Amarcord: il Pescina Valle del Giovenco, la squadra che voleva fondersi a tutti i costi
Qualcuno lo propose a Roma: fondere Lazio e Roma, creare un’unica squadra capitolina chiamata Romazio. Risultato? Progetto neanche abbozzato, città in rivolta, quasi divertita di fronte a tale assurdità. Anche Pisa e Livorno, rivali cittadine e calcistiche, erano state messe di fronte al Pisorno, l’unione delle due compagini; per carità, i tifosi volevano continuare a detestarsi e a sfottersi, altro che unione. Ad Avezzano, invece, c’è stato qualcuno che una fusione così l’avrebbe voluta, anzi, l’ha fortemente e costantemente cercata senza però mai riuscirci: è la curiosa storia del Pescina Valle del Giovenco.
Il calcio in Abruzzo è da sempre seguitissimo, ma le locali squadre hanno avuto poca fortuna e pochi successi fra i grandi: l’unica ad aver calcato i campi della serie A è stato il Pescara, mentre in serie B, oltre ovviamente ai pescaresi, hanno trovato spazio per pochi anni il Castel di Sangro ed il Lanciano, oltre all’Aquila le cui partecipazioni al campionato cadetto risalgono alla notte dei tempi del pallone italiano. Per il resto, tanta serie C e tanti campionati regionali per le compagini abruzzesi; non fa eccezione la provincia di Avezzano: la formazione del capoluogo ha sempre militato fra dilettantismo e serie C raggiungendo il suo apice nella stagione 1995-96 con la promozione dalla C2 alla C1, categoria mantenuta per un solo anno, preludio ad un fallimento che ha fatto ripartire gli abruzzesi dai bassifondi del calcio nostrano. Nel 2005 nei pressi della cittadina avezzanese nasce una nuova squadra, sorta dalla fusione di due entità: una è il Pescina, formazione dell’omonimo paese in provincia di Avezzano, l’altra è l’Aielli. Il nuovo sodalizio sportivo prende il nome di Pescina Valle del Giovenco ed è iscritto al campionato di Eccellenza, all’epoca il sesto livello del calcio italiano dopo serie A, serie B, serie C1, C2 e serie D; la squadra gioca in maglia gialloverde e al suo primo anno di esistenza centra la promozione in serie D vincendo i playoff di Eccellenza. E’ una bella formazione quella abruzzese, giovane e determinata, con alle spalle una società piccola ma sicura del fatto suo, molto ambiziosa.
L’organizzazione nel calcio fa spesso la differenza, anche più del danaro: il Pescina Valle del Giovenco gioca il suo primo campionato di serie D nella stagione 2006-2007, allenato da Roberto Cappellacci, ex centrocampista di Modena, Fidelis Andria e Reggiana in serie B, e lo gioca per vincere, poco importa che sia una matricola sconosciuta ai più e nata da solamente da un annetto. La squadra abruzzese vince meritatamente il girone F dell’ex Campionato Nazionale Dilettanti e si ritrova clamorosamente in C2, fra i professionisti; qualcuno paragona i gialloverdi all’AlbinoLeffe, compagine lombarda nata alla fine degli anni novanta dalla fusione di Albinese e Leffe (due piccoli centri del bergamasco) e che al primo anno di vita aveva centrato la promozione in C1 battendo il Prato nella finale playoff della serie C2 ed arrivando fino alla serie B. Ma proprio nell’estate del 2007, la dirigenza del Pescina Valle del Giovenco ha un’idea: fondersi con l’Avezzano Calcio che nel frattempo è nuovamente fallito rinunciando all’iscrizione al suo campionato di competenza (la serie D). Il Pescina non ha inoltre lo stadio adeguato per disputare la serie C, in quanto il minuscolo impianto sportivo Alfredo Barbati non ha i requisiti adatti per il professionismo e di soldi e tempo per ristrutturarlo ed ampliarlo non ce ne sono; la soluzione è semplice: il Pescina Valle del Giovenco si fonderà con l’Avezzano assumendo la denominazione di Nuova Avezzano Calcio, cambiando i colori sociali col biancoverde del vecchio Avezzano e modificando anche lo stemma societario inserendo il lupo marsico, oltre a prendere possesso dello stadio di Avezzano, lo Stadio dei Marsi. Ma la fusione sfuma, così arriva la seconda idea: il vecchio Avezzano non verrà mai più rifondato e il Pescina Valle del Giovenco assumerà colori, titoli sportivi e blasone della scomparsa società, nonchè giocherà allo Stadio dei Marsi e si chiamerà Valle del Giovenco Avezzano. Ma la Lega Calcio dice no, così il Pescina Valle del Giovenco resta a casa sua, col suo nome e la sua serie C2 appena conquistata, mentre ad Avezzano la squadra di calcio non esiste più.
L’unico ok che a Pescina riescono ad ottenere è quello di poter disputare le partite casalinghe ad Avezzano, dopo un lungo tira e molla coi vertici federali e il rischio di veder esclusa la squadra abruzzese dal campionato di C2, anche perchè il Pescina Valle del Giovenco è in quella burrascosa estate del 2007 l’unica società italiana a non presentare domanda e progetto di ampliamento ed adeguamento del proprio impianto; il comune di Pescina e la dirigenza calcistica non si accordano sulle spese, la Lega Calcio è restia a concedere quella deroga per Avezzano che a fatica e sul filo di lana assegna poi agli abruzzesi. In mezzo a tutto questo caos c’è la squadra di Cappellacci che non solo si estranea dalla vicenda politica, ma dimostra ancora una volta di essere una compagine all’altezza della situazione ed incurante della totale inesperienza a livello professionistico: ad Avezzano cadono avversari blasonati come l’Andria o la capolista Benevento, oltre allo storico successo per 2-1 in casa del Catanzaro, la squadra più storica del raggruppamento con anni di serie A e serie B, da poco retrocesso dal campionato cadetto. Il Pescina Valle del Giovenco si classifica al secondo posto dietro all’inarrivabile Benevento ed ottiene il diritto di disputare i playoff per la promozione in C1; la corsa termina in semifinale contro i corregionali del Celano, compagine più esperta e cinica, ma al Pescina vanno applausi e riconoscimenti per un cammino ben oltre le migliori aspettative. La squadra intanto ha cambiato colori sociali giocando in maglia biancoverde come l’Avezzano, una scelta che i tifosi avezzanesi iniziano a contestare, perchè la famosa fusione non c’è stata e quella piccola squadra si è impossessata di colori, simboli e stadio, senza portare il nome Avezzano.
Nell’estate del 2008 la società prova nuovamente a cambiare nome tentando di ricongiungersi e fondersi con l’Avezzano assumendo la denominazione di FC Avezzano VdG, ma ottenendo solamente il nullaosta per continuare a giocare le partite casalinghe allo Stadio dei Marsi. Di nuovo ad Avezzano i tifosi locali storcono il naso: meglio i campionati regionali per il vecchio Avezzano che la fusione col Pescina, ormai lo strappo è totale. Pescina che nel frattempo ha cambiato l’allenatore e si appresta a disputare il suo secondo campionato di C2 che si rivelerà un trionfo: la squadra abruzzese accede infatti nuovamente ai playoff dopo il quarto posto in classifica alle spalle di Cosenza, Gela e Catanzaro, ma stavolta stravince gli spareggi eliminando prima il favorito Catanzaro e vincendo poi la doppia finale contro i siciliani del Gela con successo per 1-0 nell’andata ad Avezzano e pari per 1-1 nel ritorno in Sicilia il 21 giugno 2009, data storica per il Pescina, promosso in C1 per la prima volta nella sua brevissima esistenza. E in mezzo alla festa promozione, la società riprova ancora a fondersi con l’Avezzano, ripresentando ancora la richiesta di cambio di denominazione, titoli e quant’altro, ma ancora una volta i vertici federali del calcio italiano rigettano la proposta, il Pescina Valle del Giovenco rimane a giocare la sua C1 ad Avezzano, mentre l’Avezzano Calcio è iscritto alla Prima Categoria.
La stagione 2009-2010 non va come a Pescina avevano preventivato: il campionato è troppo duro e complicato per la matricola abruzzese, stavolta la spavalderia dei biancoverdi non basta. La società cambia quattro volte l’allenatore, in panchina torna pure Cappellacci, ma la squadra non si schioda dai bassifondi della classifica, si piazza al terz’ultimo posto della graduatoria davanti ai corregionali del Giulianova e al Potenza, ed è costretto a disputare gli spareggi salvezza contro il Foggia. All’andata ad Avezzano i pugliesi si impongono per 2-1 e, vista anche la miglior posizione di classifica al termine del campionato, sono ad un passo dal traguardo; allo stadio Zaccheria di Foggia a ritorno il 30 maggio 2010, il Pescina prova a capovolgere le sorti del doppio confronto ed approfitta di un avversario distratto e forse certo già della salvezza: gli abruzzesi vanno sul 2-0 ed hanno ora la partita in pugno, devono solo gestire il vantaggio; un convulso finale, però, regala al Foggia proprio al 90′ la rete dell’1-2 che vale la salvezza per i rossoneri e la retrocessione per i biancoverdi che escono a testa bassa dallo stadio noostante l’impresa sfiorata, segno di un presagio cupissimo che si materializza appena qualche settimana più tardi.
La società abruzzese, infatti, si ritrova con un dissesto finanziario che la retrocessione amplifica tremendamente: le casse sono vuote e l’iscrizione alla C2 appare fin da subito un miraggio. Ecco che allora torna di moda per l’ennesima volta la tentazione della fusione con l’Avezzano, stavolta disperatamente: la speranza dei dirigenti e del comune di Pescina è che il nome Avezzano, più di grido rispetto a quello del piccolo paese, attiri qualche investitore abruzzese che ripiani i debiti e porti la nuova società ad iscriversi alla serie C2 col nome di FC Avezzano VdG, già proposto l’anno precedente. Ma la Lega e la FIGC, che da quell’orecchio non avevano mai udito, rigettano anche questa volta l’idea, con conseguenze però molto più pesanti perchè il Pescina Valle del Giovenco nell’estate del 2010 chiude definitivamente i battenti, viene radiato e non tornerà mai più in vita. Una vita brevissima ma intensa: 5 anni di attività e ben 3 promozioni, un record pressochè imbattibile per una società che sin dall’inizio ha patito il confronto con un capoluogo di provincia da cui non è riuscita a staccarsi, cercando ad ogni costo di unirsi al nome di Avezzano e dell’Avezzano, anzichè proseguire nella propria oasi, piccola ma solida.
Oggi nel piccolo paese di Pescina (4000 abitanti), il calcio è rinato grazie all’A.S.D. Pescina Calcio 1950 che, ripresi gli storici colori biancoazzurri, disputa onesti campionati nel dilettantismo abruzzese ed è tornato a giocare nello stadio cittadino, mentre l’Avezzano è in serie D con discreti risultati e l’ambizione di riabbracciare al più presto il professionismo. Del Pescina Valle del Giovenco, che tanta strada ha fatto in soli cinque anni di esistenza, rimane il ricordo di una trionfale cavalcata dall’Eccellenza alla C1, ma anche di un tentativo di clone, di imitazione del più glorioso Avezzano: dal cambio di colori e simboli allo stadio, passando per i continui tentativi di fusione; avesse viaggiato per conto suo mantenendo la propria identità, forse oggi il piccolo club nato a sua volta da una fusione esisterebbe ancora.
di Marco Milan