Accordo sul clima di Parigi: Trump annuncia l’uscita degli Stati Uniti
Con una decisione contestata ma largamente annunciata, Donald Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi, firmato nel 2015 da 195 paesi che si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra.
Durante la conferenza stampa dello scorso 1 giugno, il Presidente Trump ha confermato ciò che aveva promesso ai suoi elettori in campagna elettorale: l’uscita degli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi sul clima, firmati nel 2015 da 195 paesi che si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra. Con Siria e Nicaragua salgono così a tre i Paesi che non fanno più parte della storica intesa.
Trump continua quindi a prendere decisioni contrarie alle norme introdotte da Obama per ridurre le emissioni e per incentivare il passaggio a fonti di energia meno inquinanti rispetto ai combustibili fossili. A marzo the Donald ha adottato un provvedimento che tiene aperte le centrali elettriche alimentate a carbone che, nelle intenzioni di Obama, dovevano essere sostituite da impianti eolici e solari. Inoltre ha nominato Scott Pruitt, un critico dell’esistenza dei cambiamenti climatici, alla guida dell’agenzia per la protezione ambientale (Epa) e ha proposto di tagliare drasticamente i fondi dei programmi scientifici sul clima.
Critiche da gran parte del mondo imprenditoriale, dall’Unione europea e dalla Cina. Le reazioni vanno dall’incredulità, alla rabbia ma passando anche per la determinazione a proseguire sulla linea tracciata dall’intesa del 2015. Ue e Cina, riunite a Bruxelles per il XII summit bilaterale, hanno ribadito il loro impegno, con il presidente del Consiglio europeo Jean-Claude Juncker che ha chiarito che dall’accordo di Parigi non si torna indietro. Dichiarazione congiunta di Italia, Francia e Germania: “Rammarico per la decisione“. Macron al telefono ha ribadito al tycoon: “Non si può rinegoziare“
Pertanto, nonostante molti scienziati e attivisti abbiano giudicato a suo tempo, l’intesa poco ambiziosa, si era trattato comunque di una svolta nelle politiche sul clima, soprattutto perché per la prima volta le potenze emergenti, come la Cina e l’India, si impegnavano nella lotta al riscaldamento climatico.
Trump ha detto di aver preso questo provvedimento perché l’accordo sul clima era svantaggioso per l’economia e l’industria statunitense.
Con l’accordo del 2015, gli Stati Uniti guidati da Barack Obama, si erano impegnati a ridurre del 26 per cento le emissioni di anidride carbonica entro il 2025. Obiettivo dell’accordo è di contenere al di sotto dei due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali la temperatura globale.
L’ex presidente ha sottolineato di aver “fiducia nel fatto che gli Stati, le città e le aziende faranno un passo avanti e aiuteranno a proteggere il pianeta per le future generazioni“.
Quella di Trump è una svolta dalle conseguenze imprevedibili, che potrebbe spingere altri Paesi a seguire la stessa strada e ad abbandonare l’accordo sul clima. “Gli Stati Uniti cominceranno a negoziare un nuovo accordo sul clima“, ha detto Trump. “Vogliamo un accordo che sia giusto. Se ci riusciremo benissimo, altrimenti pazienza“, ha aggiunto. Ci sarà quindi “la fine dell’applicazione degli impegni di riduzione“, ha aggiunto, “e soprattutto” dei versamenti al Fondo verde per il clima “che costa agli Usa una fortuna“.
(di Alessandra Esposito)