Amministrative 2017: il centrodestra unito vince
Cala l’affluenza alle urne per il secondo turno delle amministrative 2017. Nello scontro fra centrodestra e centrosinistra ha vinto quest’ultimo dal punto di vista numerico, ma Salvini&Co conquistano Genova e L’Aquila
Amministrative 2017. Nessuna sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia per questi ballottaggi 2017. Come prevedibile e ampiamente previsto, l’affluenza alle urne ha subito Il calo fisiologico da secondo turno, forse ulteriormente favorito da una certa disaffezione alla politica. La Maratona Mentana, classico appuntamento di LA7 in occasione dei grandi eventi politici, si è svolta senza problemi e ormai è diventato un vero punto di riferimento del palinsesto televisivo per tutti i telespettatori.
Fin qui le cose importanti. Poi incidentalmente è accaduto che siano stati eletti anche una serie di sindaci di capoluoghi di regione e provincia e di comuni con una popolazione superiore ai quindicimila abitanti. Dei 4,3 milioni di italiani chiamati alle urne per questi ballottaggi, coloro che hanno deciso di fare il loro dovere di cittadini, esercitando il diritto di voto, sono stati soltanto il 46,03%. Davvero una cifra sconsolante se si pensa che a essere eletti erano i primi cittadini, ovvero i politici più vicini alla popolazione. Questo dovrebbe far riflettere tutti, da destra a sinistra, a prescindere dai risultati, dalle diatribe personali, ma anche da quelle politiche.
Detto ciò, numericamente parlando, il centrosinistra ha conquistato un maggior numero di comuni rispetto al centrodestra, ma a un’analisi più critica non è possibile non notare che il partito guidato da Matteo Renzi ha perso alcune delle sue roccaforti storiche, nonché alcune città importantissime che governava fino a pochi giorni fa. Eppure il buon Matteo, in un post Facebook pubblicato a spoglio quasi ultimato, ha cercato di minimizzare. “Il risultato non è un granché”, “poteva andare meglio” e via così fino all’augurio che i sindaci facciano un buon lavoro per i prossimi cinque anni. Al PD vanno alcuni comuni capoluogo, come Padova, Lecce e Taranto. Unica nota positiva per il Partito Democratico è Lucca, il baluardo toscano della destra dove, sebbene con molta fatica, è stato eletto il candidato dem.
Di tutt’altro tenore i post e i commenti dei leader del centrodestra. Da Salvini a Brunetta, è stato tutto un tripudio di congratulazioni ai candidati che hanno vinto i ballottaggi, battendo i rappresentanti del Partito Democratico. Senza ombra di dubbio, le due più importanti vittorie portate a casa dalla coalizione formata da Lega, FI e Fratelli d’Italia sono state Genova e L’Aquila, ma anche Pistoia, Asti, Monza, Como, La Spezia e Sesto San Giovanni, da sempre considerata la Stalingrado d’Italia. La Lega si riconferma anche a Verona, dove Federico Sboarina ha battuto Patrizia Bisinella, compagna del sindaco Uscente Flavio Tosi.
Nonostante la parziale débâcle del primo turno, anche i Cinque stelle posso tirare un sospiro di sollievo, grazie a otto vittorie su dieci ballottaggi. Una media più che soddisfacente, ancor più impreziosita dalla vittoria nella città di Carrara. Per contro, a Grillo e compagni deve essere andata di traverso la rielezione di Federico Pizzarotti in quel di Parma. Cinque anni dopo la prima vittoria con il Movimento cinque stelle, dal quale è stato espulso nel 2016, “Mister Pizza” si è aggiudicato il ballottaggio parmense con un netto 57,9%, con buona pace di Grillo e di tutti i pentastellati convinti.
Paradossale la situazione di Trapani. Nella cittadina siciliana, l’astensionismo ha determinato il commissariamento del comune, che almeno per il momento non avrà un sindaco. L’unico candidato giunto al ballottaggio, Pietro Savona, non è riuscito a portare alle urne il 50% più uno degli elettori e questo gli impedirà di governare la città. La motivazione di questa assurda situazione va ritrovata nella decisione del candidato del centrodestra, Girolamo Fazio, di boicottare il ballottaggio. Il motivo? Fazio probabilmente vuole ripresentare la sua candidatura più avanti, quando avrà risolto alcuni problemi con la giustizia che, al momento, lo penalizzano in fatto di consenso. Così, per questo piccolo calcolo politico una città verrà lasciata nelle mani di bel commissario prefettizio, che ne deciderà le sorti amministrative.
Dunque tutti vincitori? Beh pare di sì, quanto meno a parole e per il momento. Più avanti ci sarà tempo per le recriminazioni, le accuse, le scissioni, i grandi accordi e tutte quelle pratiche che fanno tanto prima e seconda repubblica. Per adesso liberi tutti; passate le amministrative anche per i politici italiani è arrivato il momento di godersi le “meritate” vacanze.
(di Christopher Rovetti)