Cina-UE, il futuro delle relazioni sino-europee

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Cina e UE collaborano allo sviluppo di relazioni commerciali, finanziarie e culturali. Il ruolo cruciale dell’Italia nella Nuova Via della Seta

Le relazioni tra Cina e UE rappresentano un’opportunità di crescita sotto il profilo economico e culturale. Se n’è parlato il 10 luglio nel corso del convegno “CINA-UE: Quale futuro per le relazioni sino-europee?”, promosso dal blog VivereLiquido e ospitato al Palazzo delle Stelline di Milano. All’iniziativa, sostenuta da partner e sponsor attivi nel panorama euro-asiatico, hanno partecipato  docenti e professionisti esperti delle relazioni tra Cina, Italia e Unione europea, e di un pubblico attento che ha affollato la Sala Conferenze dell’Ufficio d’Informazione a Milano del Parlamento europeo.

Tema principale del convegno, la strategia One Belt One Road, il progetto cinese di collegamento tra Oriente e Occidente attraverso infrastrutture terrestri e marittime. Ad introdurre gli ospiti il moderatore, Marco Bonaglia, fondatore della comunità virtuale di VivereLiquido. In apertura è stato trasmesso il contributo video del professor Fan Yuzhou, Presidente esecutivo della Eu-China Culture Committee e Commission, che ha presentato l’organizzazione non governativa che presiede, la quale collega e coordina la collaborazione e lo scambio tra la Cina e i 27 Paesi dell’UE in diversi ambiti (politico, economico, culturale, artistico). Il professor Fan Yuzhou ha colto l’occasione per complimentarsi per l’apertura del “Centro Italia-Cina” di scambio e collaborazione “One Belt One Road”, il primo di questo tipo, a cui si è aggiunto di un recente un centro omologo in Ungheria, con l’auspicio di istituirne in tutti i Paesi dell’Unione.

La Nuova Via della Seta, ponte di collegamento tra Europa ed Estremo Oriente, che rievoca i viaggi di Marco Polo e i legami storici dell’Italia con la Cina, è un progetto ambizioso dal punto di vista geopolitico, commerciale, finanziario e culturale. L’iniziativa “One Belt One Road”, ha precisato Filippo Fasulo, Coordinatore scientifico del CeSIF, prevede investimenti non solo in Europa, ma anche in Paesi terzi (Africa e Balcani) e darà il via ad una “nuova ondata di globalizzazione”. La strategia europea vede i Paesi membri in competizione tra loro, ammonisce il rappresentante della Fondazione Italia Cina, mentre continua a tenere banco la questione del riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina.

La collaborazione tra l’UE e la Repubblica Popolare Cinese è crescente. Nel 2016 si sono registrati 35 miliardi di euro di investimenti diretti cinesi in Europa. L’Europa, infatti, è il primo partner commerciale della Cina, mentre la Cina è il secondo partner più importante per l’Unione europea dopo gli Stati Uniti. A sottolinearlo è Claudia Rotondi, docente di Economia dello Sviluppo all’Università Cattolica di Milano. L’economia marittima ha un peso fondamentale nel futuro dell’economia mondiale. Il caso del Porto del Pireo è emblematico della crescente presenza della Cina nel Mediterraneo: le bandiere dell’Ue e della Grecia sventolano accanto a quelle della Cina e di Cosco, il colosso cinese della logistica. Dopo l’investimento cinese, il “traffico di transhipment” nel porto greco è passato da 500 mila a 3 milioni di container. Quando si tratta di rotte commerciali via mare, la strategia dell’Europa appare “spezzettata”: i Paesi membri si fanno concorrenza tra loro e prevalere sono le relazioni bilaterali anziché una strategia unitaria europea.“Il futuro dell’economia mondiale si gioca in Asia e non solo in Cina”, ha concluso la docente, tra opportunità da cogliere e complessità da gestire.

Un momento del convegno "CINA-UE: Quale futuro per le relazioni sino-europee?"

Giulio Saitta, Senior Relationship Manager di “China Construction Bank”, seconda banca cinese al mondo per dimensione, che in un’ottica dell’internazionalizzazione bancaria all’estero può contare anche su una sede a Milano, ha parlato degli interessi delle aziende cinesi ed italiane. Manifattura, trasporti, infrastrutture, farmaceutico ed i settori espressione del Made in Italy (food e moda) sono i principali interessi cinesi, mentre le aziende italiane in Cina puntano a costruire alleanze e cercano distributori dei loro prodotti in un mercato cinese (e asiatico) tanto complesso quanto ricco di opportunità. Dal punto di vista finanziario si lavora ad un progetto di medio-lungo termine che porti benessere e sviluppo, garantendo assistenza anche attraverso la mediazione culturale, ha sottolineato il dottor Saitta.

One Belt One Road”, voluta dal governo cinese, ispira ogni attività culturale, economica e commerciale tra UE e Cina, ha ribadito la professoressa Giuseppina Merchionne, docente di lingua cinese all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttrice dell’Italian Center della Eu-China Culture Committee, aprendo il suo intervento sulla collaborazione culturale tra Cina ed Unione europea. UNESCO, Banca Mondiale, Unione europea e Cina stanno portando avanti un’intensa politica di sviluppo culturale che equivale a sostenere lo sviluppo economico e sociale, sottolinea la professoressa Merchionne, passando in rassegna le tappe della cooperazione culturale tra la Cina ed Europa e sottolineando che la cultura rientra nel dialogo tra i popoli, culminato nella designazione del 2012, Anno del dialogo interculturale UE-Cina. A questo significativo progetto si aggiungono altre iniziative che negli anni hanno rafforzato la cooperazione sino-europea, inclusa l’importante collaborazione tra Italia e Cina siglata nel 2016, avvenuta dopo l’apertura nel 1994 del Centro a Xi’an (proprio dove era partita la Via della Seta) sul restauro e la conservazione dei beni culturali.

La professoressa Merchionne ha messo in evidenza che gli scambi culturali generano profitto, mentre Stefano Devecchi Bellini, co-fondatore e vice presidente di Gamos Group, azienda cinese del settore food & beverage con sede a Shanghai, ha approfondito il tema delle relazioni commerciali tra Unione Europea e Cina. Anticipato da un breve intervento del fondatore dell’Acetificio De Nigris, presente con successo in 72 Paesi, inclusa la Cina, il vice presidente di Gamos Group, vincitore del premio “China Awards 2016” nella categoria “Creatori di Valore”, ha svelato i prodotti più richiesti dal mercato cinese. La domanda di cioccolato è in forte ascesa – e il cioccolato italiano vanta il primato – così come quella dei prodotti per la cura della persona, ad esempio gli assorbenti.

Nel quadro di un terreno vantaggioso quanto complesso, quali strategie andrebbero adottate sul piano del commercio internazionale? Una risposta, citata alla conclusione del convegno, potrebbe essere quella contenuta nel passaggio di un articolo apparso di recente sul Sole 24 Ore, nel quale si sostiene che èimprorogabile l’avvio di un dialogo strategico con la Cina e l’assunzione da parte dell’Europa di un atteggiamento deciso e nel contempo pragmatico […]: entrambe le parti hanno da guadagnare se si andrà affermando un sistema di regole ragionevolmente chiaro e trasparente”.

(di Elena Angiargiu)

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