La proposta di Umberto Palazzo: una class action contro la SIAE
di Tiziano Aceti
Promossa da Umberto Palazzo (ex Massimo Volume e attuale frontman dei Santo Niente ) una class action contro la Siae. L’iniziativa, lanciata su Facebook, punta a mettere in luce il sistema che la società utilizza per ripartire i guadagni tra i vari autori impegnati nei concerti dal vivo. Un sistema, che secondo il musicista sarebbe iniquo, sfavorendo gli artisti “minori”, o per meglio dire meno conosciuti.
Attraverso il popolare social network Palazzo ha dato visibilità alla sua iniziativa. All’interno della sua pagina si possono trovare numerosi scambi d’opinione in merito alla proposta dell’artista, il quale ha aperto una pagina dove illustra le dinamiche della ripartizione dei diritti (leggi qui l’intera nota) e successivamente una pagina d’appoggio all’iniziativa (qui la pagina dell’iniziativa). Nello specifico Umberto Palazzo propone :
«[…]un’azione politica che porti al cambiamento di questa palese ingiustizia, tramite una nuovo regolamento e propongo che si inizi con una class action, che, anche se ha poche possibilità di vittoria in tribunale, può fare molto rumore e portare l’opinione pubblica dalla nostra parte».
Nel seguito della nota diffusa su Facebook, l’artista, spiega il meccanismo che porterebbe alla ripartizione dei proventi per le canzoni suonate live:
«i programmi musicali verdi, cioè quelli che compila il dj, vengono pagati “a campionamento”, cioè la SIAE manderebbe ogni anno i suoi ispettori a 500 serate (si dice) e questi prenderebbero nota dei pezzi più suonati in quelle serate (in base a quale criterio vengano scelte le serate non è dato sapere, ma possiamo facilmente immaginarcelo visto che i piccoli soci non possono controllare questi controllori). Tutto il ricavo annuo di tutte le feste da ballo che si fanno in Italia viene poi ripartito fra i pezzi più suonati in quelle serate scelte in maniera arbitraria[…] Ovviamente i brani prescelti sono famosissimi […] Quindi (pazzesco ma è così) i pezzi che vengono pagati […] sono solo quelli che il funzionario preposto conosce e magari il burocrate in questione è un ex carabiniere piuttosto anziano, come mi è capitato».
L’ex Massimo Volume prosegue poi sottolineando come «dal 2007 anche per il 75 per cento dei concerti (i programmi musicali rossi) la ripartizione si fa nello stesso modo e l’obiettivo è chiaramente quello di arrivare al 100%, cioè non dare più nulla ai piccoli soci».
L’iniziativa, come presumibile non ha lasciato indifferente la Siae (leggi qui il comunicato integrale) che ha pubblicato un comunicato di risposta:
«Per quanto riguarda i sistemi di ripartizione “a campione” adottati dalla Sezione Musica essi esistono soltanto nei settori del Ballo con Musica Registrata […] e dei cosiddetti “Concertini”, cioè le esecuzioni di musica accessorie […] E’ invece effettuata in via completamente analitica, sulla base dei programmi musicali consegnati dagli organizzatori degli eventi, la ripartizione dei diritti incassati per tutti i “Concerti”[…] Sotto il profilo tecnico-statistico i campioni in questione sono costituiti da registrazioni dirette delle esecuzioni sul territorio nazionale e da programmi musicali compilati dagli stessi esecutori, estratti in base ad algoritmi di scelta casuale. Entrambe le componenti (registrazioni e programmi) sono stratificate in base a tutte le diverse realtà territoriali d’Italia[…] Il campione complessivo quindi è strutturato al fine di perseguire la migliore possibile rappresentatività delle esecuzioni campionate rispetto al repertorio globalmente utilizzato[…]Per quanto riguarda poi le rilevazioni e l’identificazione delle opere rilevate si sottolinea che gli incaricati sono scelti in base a criteri di sicurezza, affidabilità e competenza tecnico-musicale, gli strumenti di registrazione utilizzati sono di ultima generazione[…]».
Alla risposta della Siae è giunta nei giorni scorsi la controreplica di Umberto Palazzo (leggi qui la controreplica).
La partita è appena cominciata, e la proposta di una class action ad opera di Palazzo ha avuto l’indubbio merito di accendere i riflettori su un tema “caldo” per i musicisti e non solo.