Roberto Bolle e Alberto Angela, la cultura che vince in tv
Roberto Bolle e Alberto Angela fanno il botto in prima serata e gli italiani riscoprono la bellezza della cultura sul piccolo schermo
In meno di una settimana, Rai 1 mette a segno due vittorie in prima serata con programmi dedicati alla cultura e alla bellezza dell’arte. A Capodanno ci ha pensato Roberto Bolle, che con il suo “Danza con me” è riuscito a tenere incollati 4,8 milioni di telespettatori sulla rete ammiraglia della Rai, grazie alle sue straordinarie doti di ballerino e a un parterre di ospiti da far invidia alla notte degli Oscar. Due giorni più tardi, Alberto Angela ha lanciato un nuovo format dal titolo “Meraviglie”, un viaggio in quattro puntate alla scoperta di alcune delle bellezze artistiche italiane patrimonio dell’umanità. Risultato, anche Angela ha sbaragliato tutta la concorrenza portando a casa una vittoria per nulla scontata.
Ma quali sono gli elementi che hanno determinato il successo questi due programmi? Certamente gli straordinari contenuti messi in campo sono stato il principale biglietto da visita di questi due eventi televisivi. L’arte, per come è stata proposta da Bolle e Angela, è qualcosa che riesce a smuovere gli animi, a suscitare emozioni e a quanto pare anche a vincere la sfida dell’auditel. Certo la danza di Roberto Bolle e lo splendore della Valle dei Templi non è roba che possa essere improvvisata, non sono i classici argomenti da bar Stadio, ma possono senza dubbio essere delle valide alternative ai talent e reality che affollano i nostri palinsesti televisivi. Senza falsi moralismi o senza essere troppo bacchettoni, viene da dire che la TV italiana avrebbe bisogno di più serate dedicate all’arte e a ciò che di bello offre il nostro paese.
Una nota a parte va riservata ai due presentatori, Roberto Bolle e Alberto Angela. Il primo ballerino della Scala e del American Ballet Theatre da sempre rappresenta una vera eccellenza italiana, unico danzatore al mondo a essere nominato étoile di due teatri diversi. Un fisico scolpito dalle ore passate in sala prove, che mentre si muove sul palcoscenico riesce a trasmettere forza ed eleganza. Una faccia pulita, sorridente con gli occhi di chi ha grinta da vendere e tanto da dire. Tutto questo e molto altro rendono Roberto Bolle il ballerino più amato al mondo, nonostante tutte le polemiche sulla sua sessualità, nonostante le critiche, le invidie e le chiacchiere da salotto che gli ruotano attorno. E poi c’è Alberto Angela uno che ha saputo ritagliarsi uno spazio importantissimo nella TV nostrana, riuscendo ad avvicinare le nuove generazioni a temi come l’arte e la storia, diventando involontariamente uno dei sex symbol italiani del terzo millennio.
Certo va detto che sia Alberto Angela sia Roberto Bolle non sono stati i pionieri in questo settore. Alberto è degno figlio di suo padre, Piero, che ancora oggi rimane il più popolare divulgatore scientifico del nostro paese, un giornalista che ha dedicato la propria vita a portare nelle case degli italiani la scienza in ogni sua sfaccettatura. Anche un’esperienza come quella di Bolle non è una novità nel panorama televisivo italiano. Alcuni anni fa, un altro Roberto, nello specifico Benigni, era riuscito a incantare oltre 10 milioni di telespettatori portando in prima serata l’ultimo canto della Divina Commedia, La Costituzione e i Dieci comandamenti.
Dunque si può fare della grande televisione anche attingendo a piene mani dall’arte e dalla cultura, due materie prime che in Italia non mancano di certo. Eppure sembra che questi programmi debbano essere solo eventi isolati, una tantum, one shoot, delle perle rare che tali devono restare. Invece gli italiani avrebbero bisogno di ritrovare il contatto con la bellezza del loro paese, di scoprire le eccellenze e le meraviglie che ci rendono grandi in giro per il mondo.
Certo bisogna fare i conti con la realtà, che è rappresentata anche dai crolli di Pompei, dalla disaffezione di molti per la lettura, dalla difficoltà di portare avanti progetti culturali e artistici in un paese che spesso fatica ad arrivare alla fine del mese. Del resto in molti sono convinti che con l’arte e con il bello non si mangi, che con queste cose non si possano pagare le bollette energetiche né tanto meno il debito pubblico. Tuttavia è innegabile che il made in italy, declinato in cibo, arte, cultura, design, moda e in ogni altro settore che abbia a che fare con il bello rappresenti il fiore all’occhiello del nostro paese, qualcosa da cui si potrebbe ripartire. Se l’italiano nonostante tutto continua a essere la quarta lingua più studiata al mondo, Bolle incanta con la sua danza e l’Italia, una striscia di terra in mezzo al mediterraneo, è il paese con il maggior numero di siti protetti dall’Unesco, un motivo ci deve essere. Che siano forse la cultura e l’arte i due ingredienti segreti per rilanciare l’economia italiana? Beh forse questo potrebbe non bastare, ma di certo un po’ più di cultura nei nostri palinsesti televisivi non farebbe male a nessuno.
(di Christopher Rovetti)