Addio a Dolores O’Riordan indimenticabile voce dei Cranberries
Dolores O’Riordan, voce dei Cranberries, si è spenta improvvisamente a 46 anni. Il suo talento e il suo carisma l’avevano fatta diventare una delle artiste più apprezzate nel panorama musicale
Morire a 46 anni non è mai bello. Soprattutto oggi che non è più come al tempo dei nostri nonni, quando superare i cinquanta voleva dire essere anziani. Avere 46 anni significa avere tutta una vita davanti, un lungo tratto di strada da fare, una carriera che può offrire ancora tantissime soddisfazioni. Quando poi a morire è un personaggio pubblico, soprattutto un artista, alla tristezza per la scomparsa, si aggiunge la malinconia di perdere qualcuno che ci ha regalato con la sua arte dei momenti indimenticabili, che hanno colorato un pezzo della nostra vita. Per questo la scomparsa di Dolores O’Riordan, indimenticabile voce dei Cranberries, è una di quelle notizie che lasciano tutti senza parole. Che uno sia stato fan della band di Limerick o che non lo sia mai stato, è impossibile non riconoscere che il talento sia stato uno dei più fulgidi esempi del panorama musicale degli ultimi vent’anni.
La morte della cantante irlandese è giunta all’improvviso, mentre Dolores stava completando una breve sessione di registrazioni a Londra con la band. Il corpo è stato ritrovato nella stanza dell’hotel Hilton in cui l’artista alloggiava e a darne notizia è stato il suo manager. Fin qui la fredda realtà dei fatti. Da questo punto in poi, le congetture e le supposizioni si mescolano alla tristezza per la scomparsa di una delle voci simbolo degli anni novanta. Ma Dolores O’Riordan era molto di più di una voce. Era “una bella anima”, come ricorda il cantante Ronan Keating, “un angelo del nostro tempo”, come ha scritto Elisa in un lungo post Facebook, “un sogno” come ha raccontato Giuliano Sangiorgi, che con lei ha duettato undici anni fa.
Adesso sono in molti a sottolineare l’eccessiva magrezza della cantante irlandese. In tanti hanno ricordato che lo scorso anno i Cranberries sono stati costretti a cancellare gran parte del tour a causa delle condizioni di salute di Dolores, che sconsigliavano un impegno tanto gravoso per l’artista. Al tempo si era parlato di gravi problemi alla schiena, ma dopo ciò che è accaduto in parecchi si chiedono se la depressione non avesse colpito anche la star di Limerick. Secondo alcune persone vicine alla famiglia, Dolores negli ultimi mesi era estremamente depressa. Ciò darebbe ulteriore credito alle voci che volevano la cantante affetta da problemi non tanto fisici, quanto psicologici. Saranno le indagini, l’autopsia soprattutto, a cercare di una una risposta alla morte di una donna di 46 anni che lascia tra figli.
La depressione, il grande male dell’ultimo secolo che colpisce tutti, senza fare distinzioni di status né di talento. Anzi sembra quasi che i più colpiti siano proprio gli artisti, geni a volte assoluti, che non sono esenti dal cadere nel baratro. Forse gli artisti non sono più vulnerabili, i numeri parlano chiaro su quanto sia diffusa questa malattia e quanto sia sfaccettata, ma di certo negli ultimi anni le numerose morti premature di tante star hanno scosso molto l’opinione pubblica. È successo con Amy Winehouse, morta a 27 anni per motivi ancora da accertare, ma di certo legati al suo scarso attaccamento alla vita. E che dire di Whitney Houston? Una star con la esse maiuscola, una voce ineguagliabile, che ha segnato la storia della musica mondiale, anche lei rimasta sempre sull’orlo di quel precipizio che un giorno l’ha inghiottita. Negli ultimi mesi hanno fatto clamore anche le tragiche morti di Chris Cornell, leader dei Soundgarden e degli Audioslave, e di Chester Bennington frontman dei Linkin Park, due animali da palcoscenico che non sono riusciti a essere altrettanto forti nella vita di tutti i giorni.
Ma non solo la musica ha pagato un grande tributo alla depressione e a tutto ciò che questa malattia comporta. Il cinema è stato altrettanto colpito da questa piaga del nostri giorni. L’ultimo caso in ordine di tempo è stato quello di Philip Seymour Hoffman morto nel 2015 per un’overdose di farmaci e stupefacenti. Ma come dimenticare la tormentata Marilyn, la cui morte è avvolta dal mistero, o la divina Maria Callas, interprete di tante tragedie liriche a teatro e di un triste destino nella vita. Senza andare troppo lontano, potremmo citare la sfortunata storia di Luigi Tenco, morto suicida nel 1967 durante il Festival di Sanremo. Eppure tutte queste sono state star, dovrebbero essere in grado di sopportare la pressione dei media, le crisi creative, le mancanza di una vera e propria privacy. E invece no, perché alla fine dei conti sono persone normali che a volte sono troppo fragili per affrontare quella grande prova che si chiama vita. Non possiamo ancora dire se la povera Dolores O’Riordan rientri in quel lungo elenco di stelle stroncate dalla depressione, ma di certo così come è accaduto per tutti gli altri, il mondo piangerà la perdita di questo talento straordinario, la cui voce ha incantato milioni di fan ed è riuscita a commuovere come sanno fare i paesaggi della sua Irlanda.
(di Christopher Rovetti)