Roma, la storia della lira in mostra al Vittoriano
Dal 23 Marzo al 10 giugno, il Museo Centrale del Risorgimento di Roma ospita una mostra dedicata alla storia della lira in Italia tra Ottocento e Novecento
Quasi duecento anni di storia e di costume raccontati attraverso la lira, la moneta nazionale italiana dal 1861 al 2002, protagonista del processo di unificazione dell’Italia e delle trasformazioni economiche e sociali del nostro Paese.
Promossa da Editalia, azienda del gruppo dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani e realizzata in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Storia del Risorgimento italiano, il Museo Nazionale Romano, il Museo della Zecca e la Banca d’Italia, la mostra è curata da Silvana Balbi De Caro. In otto sezioni allestite all’interno del Museo Centrale del Risorgimento – Complesso del Vittoriano di Roma, il percorso espositivo ripercorre la storia della lira, dalle prime emissioni del periodo preunitario, fino alla definitiva uscita di scena della moneta nazionale e l’adozione dell’Euro, la valuta ufficiale di 19 dei 28 paesi membri dell’UE.
Di pari passo con le vicende più significative del Risorgimento, intorno all’enorme calco in gesso che rievoca la battaglia di Castelfidardo, l’Italia degli Stati preunitari si alterna alla storia della nuova moneta, che nasce dal “franco germinale”, il franco a partizione centesimale adottato in Francia sul finire del Settecento, nell’ambito di un progetto di semplificazione dei numerosi sistemi monetari vigenti all’epoca. Il franco fu introdotto in Italia da Napoleone dopo la vittoria di Marengo del 14 giugno 1800 e coniato nei dipartimenti francesi di Piemonte, Liguria, Toscana, Parma e Roma, mentre le lire italiane furono emesse nel Regno d’Italia a Milano, Bologna, Venezia e a Napoli. È l’inizio di una storia avvincente che ha attraversato i decenni dall’Unità d’Italia agli inizi degli anni Duemila.
La necessità di dare all’Italia una moneta unica coincide con l’unificazione nazionale: dopo la proclamazione del Regno d’Italia, con Vittorio Emanuele II re nel 1861, la Legge Pepoli del 1862 unifica il sistema monetario del Regno con la lira decimale come unità. Pochi anni dopo si assiste al primo tentativo di adottare un sistema monetario internazionale: Francia, Belgio, Svizzera e Italia fondano l’Unione Monetaria Latina (1865-1926), che vede la diffusione di divise in oro e argento nei Paesi aderenti.
Nel 1893 viene istituita la Banca d’Italia, che nel 1926 diviene l’unico istituto autorizzato all’emissione di banconote. Nello stesso anno viene adottato come contrassegno di Stato il “fascio littorio”. Sono gli anni del ventennio fascista e la moneta si fa portavoce del programma politico del Governo esaltando gli ideali del regime, come dimostra la “serie dell’Impero” del 1936, voluta da Mussolini per celebrare la conquista dell’Etiopia. Altre monete coniate per celebrare le vittorie italiane nei territori d’Oltremare sono i buoni di cassa nella Somalia italiana e le lire contrassegnate Africa Orientale Italiana, in mostra al Vittoriano.
Gli anni della “rinascita artistica” della lira, coniata in oro, argento e bronzo, sono quelli del regno di Vittorio Emanuele III, il “re numismatico” (1900-1946), mentre negli anni della Grande Guerra vengono prodotte monete in lega metallica povera a fronte di un aumento della massa di valuta cartacea, di biglietti di Stato nonché di emissioni private di emergenza. Particolarmente interessante l’esposizione delle cosiddette Am-Lire, la moneta di occupazione americana largamente contraffatta che negli anni della guerra si era diffusa in tutto il Paese.
Negli anni della Repubblica, le monete si ispirano ai valori della ricostruzione bellica e al rilancio del Paese, seguite da una serie di “monete celebrative”, pezzi pregiati per il collezionismo numismatico, come le 500 lire celebrative dell’Unità d’Italia nel 1961 e nel 1970 le mille lire per Roma capitale. Sul finire degli anni ’80 e ’90 del Novecento si intensifica la lotta alla contraffazione con l’emissione di monete e banconote prodotte con leghe bimetalliche e con la ricerca di nuovi soggetti. L’ultima banconota creata dalla Banca d’Italia nel 1997 è il taglio da 500.000 lire con l’effige di Raffaello. Due anni più tardi viene introdotto per la prima volta l’Euro e il 1° marzo 2002 si conclude il periodo di “doppia circolazione monetaria” (Euro e Lira) e la moneta comune europea sostituisce la lira.
La lunga storia della lira è anche storia del costume italiano, come testimonia il racconto per immagini “Come eravamo” che chiude la mostra. Il susseguirsi di monete e banconote su un grande schermo è il tributo a una valuta ormai in disuso ma sempre viva nella memoria collettiva. Per i curiosi e i nostalgici del vecchio conio, la mostra è un’occasione per scoprire e riscoprire un simbolo dell’unità e dell’identità nazionale che oltre al grande valore numismatico è parte integrante del patrimonio culturale da trasmettere alle nuove generazioni.
(di Elena Angiargiu)