Amarcord: la serie B dell’Alzano Virescit, la squadra che raccolse un’eredità

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Avete mai sentito parlare di squadre di calcio eredi? Difficile, però possibile. All’Alzano Virescit è riuscito anche di più: raccogliere l’eredità di una vecchia società e terminare il lavoro che essa aveva lasciato a metà. Una storia romantica e con un finale malinconico, storica e probabilmente unica di un calcio moderno ma dal sapore antico.

Per parlare dell’impresa dell’Alzano Virescit, formazione dell’entroterra bergamasco appartenente alla sezione di Alzano Lombardo, bisogna partire da lontano, come quando nei film c’è un prologo e le immagini sono sbiadite o in bianco e nero. E’ la stagione 1988-89 e la Virescit Boccaleone (compagine bergamasca che gioca con la maglia viola) perde a Perugia lo spareggio per salire in serie B contro la Reggina, ponendo fine ad un sogno che sembra irripetibile, anche perchè la Virescit, svanita l’occasione della vita, crolla dal punto di vista societario e finanziario e finisce col fallimento nel 1993 e la ripartenza dai dilettanti dopo la fusione con il Football Club Alzano che dà vita ad un nuovo sodalizio, l’Alzano Virescit che eredita la categoria della Virescit Boccaleone (la serie D, allora Campionato Nazionale Dilettanti) ma ne cambia i colori e lo stemma. La nuova squadra gioca in maglia bianconera a scacchi, rinascendo con solidità economica ed ambizione, scalando in pochi anni i vertici del calcio nazionale con la promozione in C2 nel 1995, quella in C1 l’anno dopo con la vittoria dei playoff nel derby col Lumezzane e la Coppa Italia di serie C vinta nel 1998 contro il Cesena.

Alla vigilia del campionato 1998-99 l’Alzano è fra le possibili sorprese del girone A della serie C1, ma certo in pochi possono immaginare la stagione trionfale che i bianconeri allenati da Claudio Foscarini stanno per affrontare, guidati da un tecnico giovane ma preparato e dal centravanti Giacomo Ferrari che a suon di gol (16, capocannoniere del torneo) porterà inaspettatamente i lombardi in testa alla classifica sin dalle prime battute del torneo. Un dominio assoluto per l’Alzano che nella parte centrale del campionato innesta la marcia giusta ed imprime un ritmo insostenibile ad avversarie anche più blasonate e teoricamente più competitive come Como, Modena e Padova. Una lieve flessione finale non pregiudica la vittoria storica dei bianconeri che festeggiano la prima promozione in serie B della propria esistenza giungendo primi con 4 punti di vantaggio sul Como. E’ la vittoria dell’Alzano di Foscarini, ma anche della vecchia ed ormai estinta Virescit Boccaleone che quella serie B l’aveva sfiorata e che ora la vede conquistata da quella squadra che è la sua naturale erede. L’Alzano fa festa, la serie B 1999-2000 si prepara a vivere un campionato particolare fra nobili decadute come le due genovesi, l’Atalanta e il Vicenza, contrapposte a minuscole realtà come le debuttanti assolute Alzano e Fermana, o il Savoia che torna fra i cadetti dopo mezzo secolo.

L’Alzano Virescit lascia il suo paese con uno stadio piccolo e inadeguato alla serie B per trasferirsi a Bergamo, lo stadio Atleti Azzurri d’Italia, 40.000 posti a sedere riempiti per appena un quarto dai sostenitori alzanesi, pochi ma entusiasti di una squadra che ha poche ambizioni per la sua prima storica serie B, non cambia molto nell’organico di Foscarini e può contare sugli attaccanti Ferrari, Memmo e Scalzo, sull’esperto centrocampista Armando Madonna (ex Lazio in serie A) e su un’ossatura di squadra solida che proverà a conquistarsi una salvezza che per quasi nessuno ai nastri di partenza del campionato sembra possibile. I bianconeri provano subito a stupire e ci riescono già all’esordio il 29 agosto 1999 quando a Bergamo si gioca il derby lombardo contro il Monza che va per primo in vantaggio alla fine del primo tempo grazie alla rete dell’ex difensore croato del Milan Smoje. L’Alzano non si perde d’animo e reagisce pareggiando col rigore di Ferrari al quarto d’ora della ripresa e trovando la rete del successo con Memmo in pieno recupero; una vittoria insperata ma meritata, leggendaria per i bianconeri che esordiscono in serie B con i 3 punti, un’impresa che ai più sembra clamorosa. Foscarini è felice, ma sa che la strada per la salvezza è lunga, lunghissima e i pericoli sono tanti, come la trasferta di Terni alla seconda giornata, terminata col successo della Ternana grazie ad una prodezza di Fabrizio Miccoli ad un quarto d’ora dal 90′. E’ però in casa che l’Alzano deve trovare punti e vittorie necessari a guadagnarsi la permanenza in serie B: alla terza giornata a Bergamo arriva il Chievo e anche stavolta la gara finisce 2-1 per i bergamaschi in rimonta grazie alle reti di Scalzo e Bravo che, come col Monza, vanno a capovolgere la situazione dopo l’iniziale vantaggio dei veneti.

Dopo le sconfitte contro Vicenza e Brescia ed il pareggio di Cesena, l’Alzano inanella una serie di 7 risultati utili consecutivi:  batte 3-2 la Salernitana, pareggia a Torre Annunziata contro il Savoia, vince 3-1 in casa contro il Genoa, pareggia col Cosenza, vince a Fermo e contro il Ravenna, poi fa 1-1 a Pistoia prima di fermarsi con il ko patito a Treviso il 6 dicembre dopo due mesi che avevano portato i bergamaschi addirittura nelle zone alte della classifica. Prima di Natale la squadra di Foscarini perde tre partite di fila, l’ultima delle quali è il derby con l’Atalanta, ma chiude l’anno solare  con 22 punti ed il settimo posto in classifica, risultato che va oltre ogni più rosea previsione della vigilia. Il 2000 si apre con l’ennesima vittoria per 2-1 in casa e in rimonta contro l’Empoli e col pareggio a reti bianche di Pescara che lascia i bianconeri al di sopra della metà della graduatoria e con la netta impressione che la salvezza non sia una chimera, anzi, che la neopromossa ed esordiente assoluta abbia assorbito l’enorme impatto con la serie B. L’Alzano gioca a viso aperto, non è spettacolare ma concreto, del resto Foscarini non può far altro che adattarsi ad un organico che non può certo contare su fuoriclasse della categoria, oltre che su un pubblico caldo e numeroso, perchè lo stadio di Bergamo si riempie quasi solo di sostenitori ospiti, i 5000 provenienti da Napoli, da Genova o da Salerno, mentre i tifosi alzanesi sono poche migliaia, fra cui molti infiltrati atalantini che ascoltano alle radioline le gesta dell’Atalanta in trasferta e intanto assistono alle partite casalinghe del piccolo Alzano Virescit.

La vittoria casalinga contro la Ternana del 30 gennaio è l’ultima prima di una serie di sconfitte che riportano i bergamaschi con i piedi per terra e, soprattutto, nella parte destra della classifica. I lombardi torneranno infatti a gioire solamente il 19 marzo dopo il 2-1 contro il Savoia che li lascia comunque con un buon margine di 7 punti sul quart’ultimo posto della graduatoria cadetta, un vantaggio tutto sommato rassicurante a 11 giornate dalla fine del campionato. Le sconfitte contro Genoa e Cosenza, ma soprattutto il pareggio casalingo contro il fanalino di coda Fermana (2-2 con rimonta subita all’85’), sono un auspicio negativo ad un finale di stagione catastrofico: l’Alzano pareggia a Ravenna e perde in casa contro la Pistoiese in uno spareggio vero e proprio che permette ai toscani di agganciare la zona salvezza risucchiando proprio i bergamaschi che a 6 turni dal termine sono quart’ultimi con un punto da recuperare sulla coppia Empoli-Monza. Il calendario non aiuta gli uonini di Foscarini che si ritrovano ad affrontare consecutivamente prima il Napoli (che vince 3-1 al San Paolo) e poi l’Atalanta (con cui esce uno 0-0 poco utile per la classifica), ovvero formazioni in lotta per la promozione. Alla terz’ultima giornata, il 28 maggio 2000, l’Alzano va a giocare ad Empoli: i toscani sono ormai ad un passo dalla salvezza matematica, i lombardi sono vicinissimi al baratro e la differenza mentale si sente; l’Empoli è tranquillo, mentre l’Alzano gioca con la paura e fra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa va sotto 2-0. Inevitabile lo scoramento e a nulla serve la rete dell’1-2 firmata da Madonna a ridosso del 90′: l’Alzano perde e a due giornate dalla fine è costretto a sperare in un miracolo, terz’ultimo a 39 punti e a -4 dalla salvezza. Il 4-2 inflitto al tranquillo Pescara lascia un barlume di speranza ai bianconeri che a 90 minuti dal termine del campionato sono ancora in corsa, ma chiamati anche ad una durissima prova nella trasferta finale di Genova contro la Sampdoria che, alla pari dell’Alzano, deve vincere e sperare in un passo falso di Brescia o Atalanta per raggiungere la serie A.

Sampdoria-Alzano dell’11 giugno 2000 è una delle partite più malinconiche del campionato: i liguri imprimono subito alla gara il ritmo giusto e si portano sul 3-0 lasciando all’Alzano la triste consapevolezza di una retrocessione ormai inevitabile. Ma da Bergamo e da Cosenza (dove gioca il Brescia) arrivano notizie sconfortanti per la Samp perchè le due compagini lombarde conquistano quel punto che serve per la promozione aritmetica. La delusione doriana porta l’Alzano a riprendere vita e a segnare due reti nel finale con Ferrari e con lo sloveno Florjancic, troppo poco anche per pareggiare, un risultato comunque inutile ai fini di una classifica che al termine delle partite dell’ultima giornata si configura con i bergamaschi retrocessi, terz’ultimi a 42 punti, 37 dei quali conquistati fino al 32.mo turno per poi crollare in un finale drammatico che riporta l’Alzano in serie C dopo appena un anno in B.

La retrocessione pone fine alla storia di un sodalizio che in pochissimi anni cadrà nuovamenre nei dilettanti fino alla nuova fusione che nel 2015 darà vita alla Virtus Bergamo, ennesima erede di quella Virescit Boccaleone che ha visto coronare il sogno della serie B col piccolo Alzano, la squadra con la maglia a scacchi che scritto una pagina storica ma forse irripetibile di un calcio povero ma orgoglioso.

di Marco Milan

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