Auguri Roger Federer. I 32 anni del Re del tennis
8 agosto 1981 a Basilea nasceva Roger Federer. 8 agosto 2013, il grande circo del tennis è di stanza a Montreal, ma il festeggiato non c’è. Federer, infatti, nel giorno in cui spenge 32 candeline si trova ad affrontare forse il periodo più difficile della sua carriera, da quando nel lontano 1998 fece il suo debutto tra i tennisti professionisti.
È il compleanno del Re, quindi è comunque d’obbligo festeggiare. Roger Federer è quel campione indiscusso, dentro e fuori dal campo; questione di stile, tecnica, umanità, sportività e lealtà. Per buona pace di Djokovic senior, ultimamente troppo in cerca di pubblicità facile. Lo svizzero incarna il modello di tennista capace di restare al passo coi tempi, in grado di tenere botta nella transizione a quello che ormai è diventato il tennis moderno; quello fatto da super atleti, in grado di bombardarsi a vicenda per 20 o 30 colpi da fondo. Le finali di Djokovic, Nadal o Murray, rappresentano la miglior espressione di questo nuovo sport.
Ecco quindi che nel giorno in cui si celebra il compleanno del tennista per antonomasia, di quello che usa l’eleganza al servizio della forza, la tecnica al servizio del fisico, un velo di tristezza non può non scendere negli occhi di chi ammira quel tennis fatto di tecnica, classe e potenza (perché non passi il messaggio che Roger è uno che tira piano). Federer non è altro che il massimo esponente di questo gioco, che con lui ha toccato livelli paragonabili a esperienze trascendentali, come ha magnificamente raccontato David Foster Wallace.
Ad accompagnare quanto detto basterebbe ricordare qualche numero che, per celebrarlo nel giorno del suo compleanno, è un atto dovuto, seppur superfluo. Il tennis di Federer, infatti, non si racchiude nelle sole vittorie. Federer è una collezione d’istanti, fotografie regalate per sempre alla storia, a prescindere dal risultato del singolo torneo. L’esempio lampante? Il passante da sotto le gambe a Novak Djokovic. Era l’Us Open del 2009; quel colpo resterà indelebile nei ricordi di chi ha avuto, come il sottoscritto, la fortuna di vederlo in diretta (ma anche in quelli di chi, aiutato dal santo You Tube, l’avrà visto, come il sottoscritto, più o meno 200 volte). Quel colpo, quel punto, resterà per sempre slegato dal risultato della partita o da quello del torneo, resterà inciso nella storia della sport.
Come quel colpo, il più facile da ricordare ma forse il più esemplificativo, tanti altri che (adesso sì ricordiamo per davvero i suoi impressionanti numeri) hanno consentito al Re di vincere 17 tornei dello slam, 77 titoli Atp e 6 Tour Finals. Solo per restare in quelli più comuni, perché poi ci sarebbe da parlare dei quarti di finale slam raggiunti consecutivamente (35) o delle settimane passate da numero uno del mondo sempre consecutivamente (237), o di quelle totali (302).
Una carriera trascorsa a dominare, quella di Re Roger, nella quale non sono mancate sconfitte anche molto dolorose, che hanno reso l’uomo che sembrava irraggiungibile vicino a tutti gli altri, mostrandoci quelle debolezze e quelle fragilità che, forse illusi davvero da una sua provenienza divina, mai avevamo pensato gli appartenessero. Tutto questo non ha fatto altro che aumentare il mito intorno al campione, che una volta caduto si è alzato andando a riprendersi quanto sembrava perduto per sempre.
Con 32 primavere sulle spalle però il timore è quello di non vederlo più issarsi una spanna sopra gli altri. Il Roger visto in questo periodo è un tennista provato dai problemi fisici. Quella schiena che, con i ritmi raggiunti in campo, proprio non lascia modo a questo Federer di poter competere. Il 2013 è fermo alla vittoria di Halle, c’è poco altro da ricordare in campo, se non le paure di chi non vuole pensare davvero a un suo possibile ritiro. Allo stato attuale delle cose sembra molto difficile vederlo trionfare a Flushing Meadows, ma troppe volte Federer ha stupito, lui sente ancora la forza e la voglia di scendere in campo, quindi, a maggior ragione nel giorno del suo compleanno, la speranza è l’ultima a morire… auguri Re Roger Federer.
di Cristiano Checchi