Tennis. Montepremi più alto e finale di lunedì: ecco l’Us Open 2013

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È tutto pronto per la 132.ma edizione degli Us Open. Oggi a Flashing Meadows comincia l’ultimo slam dell’anno, il torneo più importante della fase finale della stagione. Sarà, già prima di cominciare, un’edizione storica per il major americano.

Le novità – Tra le polemiche che ormai nel mondo del tennis sono consuete sui premi dei vari tornei sparsi per il mondo, l’organizzazione non si è fatta parlare dietro e ha portato il prize money a 34,3 milioni di dollari, riducendo il gap con Wimbledon (37,2) e superando il “povero” Australian Open, che quest’anno l’aveva portato a poco più di 30 milioni. Non saranno solamente i più ricchi ad essere più ricchi, aumenterà ovviamente il montepremi anche per gli eliminati ai primi turni. Per loro il montepremio aumenterà del 39% al primo turno, e del 43% per secondo e terzo turno. Il vincitore porterà a casa 2,6 milioni di dollari, con l’incremento del 37%. Tanti soldi, per Andy Murray, ad esempio, anche troppi. Non per gli organizzatori che puntano infatti per il torneo del 2017 di arrivare alla cifra storica di 50 milioni.

Non sarà solo il “dio denaro” la novità. Giocata per esigenza negli ultimi due anni di lunedì, la finale maschile da quest’anno sarà per regola giocata lunedì; altro cambiamento che non ha trovato molti, tra tifosi e giocatori, d’accordo. L’Arthur Ashe Stadium, teatro delle sfide che da oggi prendono il via, oltre a essere già storico, in quanto impianto tennistico più grande del mondo, dal 2017 è pronto per un’altra novità: come il centrale di Wimbledon anche l’Us Open avrà lo stadio con il tetto scorrevole. Ma non è tutto. I lavori a Flashing Meadows non metteno paura, ed ecco che per il 2018 dovrebbero essere pronti due nuovi impianti.

In campo – Per tutte le novità che circondano l’Us Open, c’è il campo che invece difficilmente vedrà qualche sorpresa. Tra gli uomini si aspetta che uno tra Djokovic e Muray riesca ad infastidire lo spagnolo Nadal, capace di inanellare tornei sul cemento come fosse terra. Le quotazioni di Novak e Andy però aumentano perché lo slam è un’altra storia, si gioca sui 5 set e Nadal potrebbe tornare ad avere problemi di tenuta non avuti nei Masters 1000 vinti fin ora sul cemento. È comunque teoria, Nadal resta il favorito. Altro discorso per Roger Federer. Lo svizzero difficilmente riuscirà ad imporsi, nonostante i miglioramenti messi in mostra a Cincinnati, la strada è comunque in salita anche solo perché la piazza numero 7 del ranking lo pone nel quarto di finale di Nadal, Djokovic e Murray sono invece chiamati a giocarsi la semifinale. Tra gli altri i soliti nomi: Del Potro, Berdych e Ferrer, ma l’impressione è che nessuno infastidirà uno di quei tre. Per gli azzurri le speranze (poche) sono riposte in Fognini e Seppi. Anche nel femminile si aspetta un epilogo noto. Senza la Sharapova, ko per un problema alla spalla, gli occhi sono puntati tutti su Azarenka, fresca vincitrice di Cincinnati, e Serena Williams, battuta proprio dalla bielorussa nella finale in Ohio. Per l’Italia le speranze sono sempre nelle mani della Vinci, che debutterà contro Timea Babos, e di Sara Errani (quarta testa di serie), chiamata alla sfida contro la giapponese Morita. Presenti anche la Giorgi, la Knappa, la Pennetta e la Schiavone, che però difficilmente passerà il primo turno che la vede impegnata contro Serena Williams.

di Cristiano Checchi 

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