Sorteggio Champions: la Juve in baviera, Barca con Ibra, Mourinho ritrova Snejider e Drogba
di Marco Milan
Effettuati a Nyon i sorteggi per i quarti di finale di Champions League: le otto squadre superstiti sono state accoppiate per proseguire la corsa verso la finale di Wembley. La Juventus non può sorridere per l’abbinamento con il Bayern Monaco, finalista in due delle ultime tre edizioni della manifestazione. La formazione di Heynckes (e dal prossimo anno di Guardiola) è una delle grandi favorite per la vittoria finale, forse terza nell’ipotetico podio dopo Barcellona e Real Madrid. I tedeschi stanno dominando, anzi stradominando, anzi forse sarebbe meglio dire hanno già dominato la Bundesliga e viaggiano verso il titolo con 20 punti di vantaggio sul Borussia Dortmund, giocano un calcio pratico ma non remissivo e possono contare su un pubblico, quello dell’Allianz Arena, che fa sentire eccome la sua presenza sugli spalti. La Juve, inoltre, arrivata a questo punto potrebbe pagare un pizzico di inesperienza a livello internazionale, con molti dei suoi interpreti che si affacciano quest’anno per la prima volta su palcoscenici simili. Se l’ottavo di finale contro il modesto Celtic è servito da rodaggio, ora la macchina di Conte è chiamata ad una corsa ben più impegnativa, premio la semifinale che i campioni d’Italia in carica non raggiungono da ben dieci anni.
L’urna svizzera si è divertita ancora con Zlatan Ibrahimovic che, come lo scorso anno quando vestiva la maglia del Milan, si ritrova di fronte il Barcellona che lo svedese non ama granché, tutt’altro. Paris Saint Germain-Barça potrebbe apparire come uno scontro tra titani, una sfida da 50 e 50, ma non è così. I francesi guidati da Ancelotti stanno dimostrando di non essere una squadra ben assortita, non hanno un gioco corale, si affidano ai colpi dei solisti, Ibra in primis, e balbettano spesso e volentieri. Il primo posto nella Ligue 1 è quanto di minimo si potesse chiedere ad inizio stagione ad una rosa che comprende il più forte difensore del mondo (Thiago Silva), centrocampisti di alto livello e carisma (Thiago Motta, Pastore, l’ultimo arrivato Lucas) ed un attacco di prim’ordine, da Ibrahimovic a Lavezzi, fino ad arrivare a Menez, ma manca ancora qualcosa per diventare grandi a tutti gli effetti. Il pubblico parigino non è abituato a grandi ribalte internazionali, il Psg ha raggiunto l’ultima volta una semifinale europea nel 1996 quando vinse la Coppa delle Coppe, mentre in Coppa dei Campioni l’ultimo expoloit risale alla stagione 94-95 quando l’avventura dei transalpini fu arrestata dal Milan degli Invincibili di Capello proprio in semifinale. Il Barcellona ha dimostrato di non essere affatto in crisi e tantomeno in declino. La rimonta ai danni del Milan ha gettato nello sconforto le altre pretendenti alla coppa dalle grandi orecchie, perché i catalani hanno dimostrato per l’ennesima volta due caratteristiche vincenti: forza e fame. Uniamoci l’immensa classe dei vari Iniesta, Xavi, il ritorno di Messi a livelli non umanamente comprensibili, ecco che i blaugrana si confermano spauracchi e marziani allo stesso tempo.
E il Real Madrid? Gli uomini di Mourinho, evitato il Clasico col Barcellona, si ritrovano di fronte il Galatasaray di Fatih Terim. Una sfida che sembra una sorta di testa coda, ma attenzione all’orgoglio, al temperamento e alla tenacia dei giallorossi di Turchia, oltre naturalmente alla passione del pubblico che ad Istanbul fa sempre la sua parte. E poi attenzione ai singoli che il Galatasaray può mettere sul piatto della bilancia: Drogba è un uomo in grado di fare la differenza a questi livelli e a questo punto della stagione, Sneijder sta ritrovando la vecchia forma, Ylmaz è uno che vede la porta regolarmente, costantemente e pesantemente. Da gustare anche l’amarcord tra Mourinho e i suoi vecchi pupilli, Drogba al Chelsea, Sneijder all’Inter. Insomma il Real parte favorito, ma occhio a sottovalutare l’agguerrita banda di Terim.
Favorito, infine, anche il Borussia Dortmund, opposto al Malaga. E’ probabilmente questa la sfida meno equilibrata dei quarti: i tedeschi di Klopp appaiono troppo grandi, troppo belli, troppo convinti per farsi piegare dalla resistenza di una squadra discreta, con buone individualità ma che con molta probabilità sa di aver già compiuto un miracolo a ritrovarsi tra le prime otto d’Europa. L’impresa gli spagnoli l’hanno già fatta vincendo un girone con Milan e Zenit San Pietroburgo, ed eliminando una squadra esperta come il Porto negli ottavi di finale. Se il Borussia non commette l’errore di deconcentrarsi è facile che si ritrovi in semifinale.
Riparte la corsa verso Wembley, verso l’Inghilterra, quella stessa terra che per la prima volta dopo tanto tempo si ritrova con la bandiera di tutte le sue rappresentanti ammainata. Zero inglesi dunque, tre spagnole, due tedesche, un’italiana, una turca e una francese: sembra l’inizio di una barzelletta, è invece solo l’inizio di un’emozionante corsa verso il traguardo più prestigioso dell’Europa del calcio.