Formula 1: le pagelle del 2024
VOTO 10, MAX VERSTAPPEN: il titolo mondiale (il quarto consecutivo) è tutto dell’olandese, probabilmente anche quello di cui il pilota stesso andrà maggiormente fiero. Red Bull dominante nella prima parte della stagione, tanto che perfino Perez riesce a star dietro al compagno di squadra con le doppiette iniziali che lasciano presagire ad un campionato abbastanza noioso. Poi il brusco calo della vettura, Verstappen non vince ma raccoglie ogni settimana il massimo possibile, dimostrando maturità e raziocinio. Infine i colpi da fuoriclasse, la vittoria in Brasile dal fondo dello schieramento e quella in Qatar, lezioni di guida e di mentalità di un pilota che a soli 27 anni ha già scritto la storia della Formula 1 e si preapara a diventarne leggenda.
VOTO 9, MCLAREN: la scuderia inglese riporta il titolo costruttori a Woking dopo 26 anni e per larghi tratti dell’anno è la macchina migliore, imprendibile in qualifica anche se meno redditizia in gara, forse per colpa di due piloti talentuosi ma ancora inesperti. Norris ha provato a contendere il mondiale piloti a Verstappen, ma ha peccato di foga e ansia soprattutto in partenza, buttando gare all’apparenza già vinte, mentre Piastri si è dimostrato un ottimo scudiero contribuendo in modo decisivo alla conquista del mondiale a squadre. La sensazione è che la McLaren abbia presto capito che il titolo piloti fosse irraggiungibile e ha puntato più su quello costruttori, una scelta tutto sommato saggia da parte di una scuderia che si prepara forse ad essere la favorita nel 2025.
VOTO 8, FERRARI: la macchina più continua, la coppia di piloti che ha sbagliato di meno. Non ha vinto titoli la Ferrari in questa stagione, ma ha gettato le basi per un campionato da protagonista nel 2025 quando arriverà Lewis Hamilton ad affiancare Charles Leclerc. Le vittorie, comunque, sono arrivate, così come le pole position, Sainz ha dimostrato spesso di valere il compagno di squadra e la scuderia italiana è stata in lotta fino all’ultima gara per il mondiale costruttori, nonostante qualche scaramuccia interna fra lo spagnolo ed il monegasco che proprio amici non sono. Ma La Ferrari ha lavorato bene, è stata equilibrata, veloce e competitiva su quasi tutte le piste, è sembrata la vettura più capace ad adattarsi alle varie condizioni, dando l’impressione che se in inverno salirà il gradino che l’ha separata da Verstappen e dalla McLaren, potrà lottare l’anno prossimo per entrambi i titoli mondiali.
VOTO 7, HAMILTON\RUSSELL: hanno lavorato bene i due piloti inglesi, anche a fronte di una Mercedes competitiva su pochi circuiti. Eppure, i due hanno dato battaglia quando hanno potuto, hanno vinto 4 gare (2 a testa) fra cui quella di Silverstone che per Hamilton è stata l’apoteosi, approfittando anche degli errori altrui. Non è la Mercedes che dominava qualche anno fa, eppure resta una vettura solida a cui basterebbe un pizzico di velocità in più per tornare a lottare per vincere il campionato; il resto l’hanno fatto due piloti di talento, il vecchio leone quasi quarant’enne che si appresta a vivere la sua seconda vita vestendosi di rosso ed il giovane rampante che vuole finalmente iniziare a fare sul serio per una stagione intera e non solo di tanto in tanto.
VOTO 6, ALPINE: l’inizio è stato un incubo, una macchina veloce ma scorbutica, due compagni di squadra che non si sono mai amati e non si sono fatti sconti, scelti solo perché entrambi francesi a completare una squadra tutta transalpina. Il ritorno come consulente di Flavio Briatore a metà stagione ha portato un radicale cambiamento in seno alla scuderia e i risultati si sono visti: la Alpine ha conquistato addirittura due podi (secondo e terzo posto in Brasile) chiudendo al sesto posto nella classifica dei costruttori dietro alle 4 grandi e all’Aston Martin (cioè ad Alonso). La sufficienza è anche la media fra il pessimo avvio e la buona seconda parte di stagione, con l’obiettivo di raggiungere nel 2025 quantomeno la quinta posizione nel mondiale a squadre o forse qualcosa di più.
VOTO 5, WILLIAMS: qualcosa in più si è visto, ma siamo ancora lontanissimi dal rivedere la luce e dal poter riammirare la storica scuderia inglese nelle posizioni di vertice. La Williams ha continuato a faticare, ha racimolato appena 17 punti, ha anche avvicendato Sargeant con il promettente argentino Colapinto, chiudendo l’annata al penultimo posto, meglio solo della disastrosa Sauber. Perfino Albon, che di talento ne ha, è apparso più appannato del solito, poi a completare l’opera ci hanno pensato gli incidenti a raffica nelle ultime gare che sono costati punti e milioni di dollari di danni che certo non hanno fatto bene alle casse e alle ambizioni di una squadra in evidente difficoltà. L’arrivo di Sainz nel 2025 non può bastare se queste sono le fondamenta.
VOTO 4, PEREZ: che il messicano non sia sullo stesso livello di Max Verstappen lo si sapeva, così come era scontato che qualora la Red Bull fosse calata di prestazioni a naufragare sarebbe stato lui e non l’olandese. Certo è, però, che Perez è andato oltre, fallendo quasi costantemente l’approdo in Q3 nelle qualifiche e non brillando praticamente mai in gara. A dimostrazione di una stagione più che negativa ci sono i numeri del pilota centroamericano: ottavo posto nella classifica piloti, 285 punti in meno del compagno di squadra, appena 4 podi e tutti nelle prime 5 gare, 7 gran premi chiusi a quota zero. Cifre che hanno impedito alla Red Bull di confermarsi campione del mondo costruttori e che inchiodano Perez nonostante il contratto con la casa austriaca anche per l’anno prossimo. Stavolta, forse, neanche gli sponsor messicani riusciranno a salvarlo.
VOTO 3, BOTTAS: la Sauber è stata la peggior macchina dell’anno e su questo i piloti hanno poche colpe. Eppure, l’esperienza del finlandese su qualcosa avrebbe potuto anche influire, invece l’ex pilota di Williams e Mercedes ha arrancato in fondo al gruppo, è sembrato poco concentrato causando spesso e volentieri collisioni e incidenti (quasi comico quello dell’ultima gara negli Emirati Arabi) e non dando mai l’impressione di crederci più di quanto la vettura gli consentisse. Non è probabilmente un caso, del resto, se l’unica gara a punti ed i soli 4 punti della Sauber in campionato li abbia portati a casa il compagno di squadra Zhou, mentre Bottas, nonostante le dichiarazioni di non voler chiudere a zero punti, è stato spettatore passivo e dannoso del suo probabile ultimo anno in Formula 1.
VOTO 2, SARGEANT: i dubbi sullo statunitense c’erano sin dal suo approdo in Formula 1. Sargeant non appariva né particolarmente talentuoso e né dotatissimo caratterialmente. Far peggio di Latifi era difficile, eppure l’americano si è impegnato enormemente per farcela ed è riuscito nell’impresa di farsi cacciare dalla Williams dopo poco più di metà stagione, senza aver raccolto lo straccio di un punto e con un quattordicesimo posto in Arabia Saudita come miglior piazzamento. La Williams è in difficoltà, lo abbiamo detto prima, ma Sargeant ha contribuito alla confusione generale senza mai rendersi utile alla causa. Il suo sostituto Colapinto, almeno, ha portato a casa 5 dei 17 punti finali della scuderia britannica.
VOTO 1, SAUBER: di Bottas abbiamo detto, ma certo è che il muretto svizzero non ha fatto tanto meglio. Un marchio storico quello della Sauber, ormai da trent’anni in Formula 1, caduto nel fango di continui cambi (inutili) di denominazione, ma che nulla hanno portato di buono dal punto vista sportivo. Che la stagione 2024 potesse essere negativa lo si era forse capito già dalla presentazione della vettura di un improbabile color verde fosforescente, tutt’altra visione rispetto all’elegante bianco-rosso scuro del binomio Sauber-Alfa Romeo degli anni scorsi. Macchina lenta, piloti incapaci di incidere, risultati scadenti: ultima posizione in classifica, un solo pilota ed una sola gara a punti, l’ottavo posto di Zhou in Qatar evita l’onta alla Sauber di chiudere a zero, ma non quella di una stagione a dir poco orribile.
VOTO 0, DIREZIONE GARA: la Formula 1 si conferma uno degli sport più imprevedibili, anche a causa di regole scritte con i piedi e norme quasi sempre fatte ad interpretazioni. Incidenti identici valutati ogni volta diversamente, ingressi della Safety Car un po’ a casaccio, addirittura in Qatar uno specchietto volato via dalla Williams di Albon è rimasto in pista per una mezza dozzina di giri ed è stato tolto solo dopo aver causato un paio di forature ai piloti. Anche su alcune penalità ci sarebbe molto da discutere, basti pensare che negli Emirati Arabi Verstappen è stato punito per una collisione causata da Piastri, così come in altre circostanze sono stati usati due pesi e due misure anche nel corso dello stesso gran premio. I capocia della Formula 1 vogliono avvicinare più gente a questo sport e pensano di farlo aumentando le orrende gare sprint, scegliendo circuiti assurdi o pensando a cervellotici cambi di attribuzione dei punteggi, quando basterebbe iniziare col riscrivere il regolamento senza zone grigie e senza norme a pura interpretazione dei commissari di gara di turno. Dai che non è così difficile!
di Marco Milan