Roma, venti giorni d’occupazione e nessuna risposta per i lavoratori di Cinecittà

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di Alessandra Vitullo

È dal 4 luglio che decine di lavoratori sono davanti agli studios di Cinecittà per manifestare contro il piano di ristrutturazione di Luigi Abete, Aurelio De Laurentis, Diego della Valle, che prevede la conversione di circa 400 ettari della struttura in un mega resort e la svendita della società ad aziende straniere.

Tutto ha inizio nel 1997, quando Abete, presidente di Cinecittà Studios e della Italian Entertainment Group, che tra i soci vede anche Diego della Valle e Aurelio De Laurentis, prende in gestione Cinecittà al fine di rilanciarne l’attività.

A dicembre dell’anno scorso la svolta: Cinecittà Studios si unisce alla Filmmaster Group, che insieme costituiscono un gruppo internazionale di 126 milioni di euro per  la produzione di grandi eventi, spot pubblicitari e fiction. Di un mese fa la notizia del trasferimento di 50 scenotecnici sulla Pontina, per la costruzione del nuovo parco a tema Cinecittà World, che si innalzerà nell’area degli Studios di Dino De Laurentiis, del licenziamento di 20 lavoratori, del trasferimento di 6 professionisti in un’altra società, la Panalight e di altri 90 alla multinazionale Americana Deluxe. Mentre altri 45 dipendenti non sanno più quale sarà il loro futuro.

La settimana che si è appena conclusa può definirsi, neanche troppo metaforicamente, una settimana “calda” per i lavoratori in sciopero: un incedente ha causato un incendio che ha danneggiato buona parte del Teatro 5, il famoso studio di posa di Federico Fellini, e nello stesso giorno, si è tenuto un tavolo d’incontro con Sergio Basile, capo gabinetto del sindaco, assente nuovamente Alemanno, nonostante l’annunciata presenza, e con il consigliere capitolino di Sel, Gemma Azuni.

Dopo l’incontro, i presenti al tavolo, Emanuela Calandrini e Massimo Corridori delle Rappresentanze sindacali unitarie, non riportano alcuna notizia inaspettata: “al tavolo di oggi di fatto c’è stato un impegno da parte del Consigliere di porre in atto alcune attività per istituire un nuovo tavolo con la presenza dei vari pezzi delle istituzioni locali e dei Ministeri – ricordiamo infatti che la struttura di Cinecittà appartiene al ministero del Tesoro – l’impegno da parte loro c’è stato, ora si vedrà – e prosegue Emanuela – Cinecittà sono 75 anni di storia, qui son passati più di 3 mila film, 37 premiati con Oscar, non è qualcosa che si può scordare dall’oggi al domani e solo pensare che possa diventare un resort è qualcosa di veramente desolante.”

Ma l’incontro che tutti i lavoratori di Cinecittà attendono dall’inizio delle manifestazioni è quello con il Presidente della Repubblica, più di una volta, infatti, hanno chiesto di poter essere ascoltati da Napolitano, ma da quello che ci dice Massimo Corridori: “siamo tuttora in attesa che giunga una risposta dal Quirinale.”

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