ILVA – La città si spacca e un comitato cerca di ricucire lo strappo
di Pierfrancesco Demilito
Non è un caso se in questi giorni a Taranto è nato il comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. Già, cittadini e operai uniti. Perché nelle ore immediatamente successive all’annuncio della sentenza che stabiliva il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento Ilva, è mancato il dialogo tra queste due componenti e la città si è spaccata. Da un lato gli operai che sono usciti dalla fabbrica manifestando platealmente i timori per il futuro del loro posto di lavoro, dall’altra parte i cittadini e gli ambientalisti che esultavano per la decisione della magistratura.
Il comitato nasce con l’intenzione “di superare il conflitto ambiente/lavoro, che fino ad oggi ha visto gli operai contrapposti ai cittadini”. Ma nonostante l’impegno di questi “operai Ilva, lavoratori, disoccupati, precari, studenti, cittadini, che d’ora in poi, per la prima volta insieme, pretendono di essere al centro di ogni decisione politica sul futuro di Taranto”, la città appare ancora tutt’altro che unita. E la spaccatura è evidente dai commenti che si possono trovare sul social network Facebook.
Poco dopo l’inizio dei blocchi stradali attuati dagli operai molti utenti di Facebook si chiedevano: “Come mai la polizia non carica gli operai?”. Per molti, i lavoratori altro non sono che “marionette nelle mani dei padroni”, o “mercenari che pur di tutelare il loro lavoro avvelenano tutti gli altri”.
Le polemiche sono continuate nei giorni a seguire, in particolare in vista della manifestazione che si è tenuta a Taranto proprio ieri, organizzata dai sindacati per chiedere che venga garantito il lavoro dei dipendenti Ilva. Corteo a cui il comitato ha preso parte, interrompendo però i comizi dei segretari sindacali, a cui hanno contestato l’eccessiva vicinanza all’azienda mostrata in passato. Nei giorni scorsi proprio la decisione di partecipare a quella manifestazione ha procurato non poche critiche ai membri del comitato. In alcuni post abbiamo letto: “io al fianco di sindacati e politici che vogliono la eco-compatibiltà non marcio” o “mai al fianco degli operai perchè ai funerali dei morti loro non c’erano”. Fortunatamente, però, non mancano anche i commenti che cercano di favorire l’unione tra le due parti: “bisogna essere in strada con gli operai e spiegargli cosa chiediamo e cosa vogliamo, sia per Taranto che per loro che sono lavoratori e vanno tutelati”, oppure “giunti al limite, è nostro compito ricucire e ricostruire”.
Una spaccatura pericolosa che appunto occorre ricucire quanto prima, perché sia chiaro a tutti che operai e cittadinanza sono due parti complementari di una comunità e nessuna delle due può fare a meno dell’altra. Per questo è importante che questi due blocchi si incontrino realmente e non dialoghino solo attraverso i social network. Guardandosi negli occhi potranno capire che devono marciare insieme per raggiungere l’obiettivo comune: scrivere una nuova pagina della storia di Taranto.