“Mettete le bici nei vostri cortili”, a Roma inizia la raccolta firme

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di Pierfrancesco Demilito

Sarà perché il costo della benzina si aggira attorno ai due euro a litro, sarà perché i costi delle assicurazioni e dei bolli gravano sempre di più sulle famiglie italiane già duramente colpite dalla crisi, sarà perché lo stato dei mezzi pubblici è sempre più critico in molte città del nostro Paese, sarà perché si sta diffondendo sempre più una cultura ambientale ed ecologista, sarà quel che sarà ma ci troviamo di fronte ad un dato storico: nel 2011, in Italia, sono state vendute più biciclette che automobili.

Nello scorso anno, infatti, sono state immatricolate 1.748.143 auto, mentre le bici vendute sono state 1.750.000. Il distacco è minimo, quasi irrisorio, ma dal dopoguerra ad oggi mai il numero dei ciclisti è stato superiore a quello degli automobilisti.

Ora però è necessario agevolare la vita di chi in città preferisce pedalare piuttosto che sgasare. Servono più piste ciclabili, in particolare nelle grandi città, rastrelliere, e soprattutto norme che permettano ai ciclisti di tenere le biciclette all’interno degli spazi condominiali.

Città come Milano e Torino hanno già modificato il Regolamento Edilizio e il Regolamento di Igiene in modo tale da riconoscere e tutelare il diritto al parcheggio delle bici negli spazi condominiali comuni. A Torino, ad esempio, l’art. 48, punto 2, del Regolamento Edilizio stabilisce che “in caso di nuova edificazione o di ristrutturazione edilizia ed urbanistica ed in tutti i luoghi previsti dall’articolo 7 della L.R. 33/1990, devono essere ricavati appositi spazi destinati al deposito delle biciclette, nei cortili, o in altre parti di uso comune dell’edificio, in misura non inferiore all’1% della superficie utile lorda oggetto di intervento”. L’art. 82 punto 4, del Regolamento d’Igiene afferma, invece, che “in tutti i cortili esistenti, o di nuova edificazione, deve essere consentito il deposito delle biciclette di chi abita o lavora nei numeri civici collegati al cortile”.

Una normativa di questo tipo è totalmente assente a Roma e molti cittadini/ciclisti della Capitale sono costretti a lasciare le bici incustodite in strada, ma le catene e i lucchetti non garantiscono molto e per tanti l’unica alternativa è un garage a pagamento. Proprio per questo è partita su internet una raccolta firme per chiedere al sindaco di modificare i regolamenti comunali. In breve tempo oltre 2200 internauti hanno firmato la petizione e la raccolta firme continua ancora. L’obiettivo dei promotori è raggiungere le 5000 adesioni prima di presentare la loro istanza in Campidoglio.

E intanto proprio in queste ore da Reggio Emilia Legambiente lancia la proposta di pedonalizzare le aree di pregio storico-culturale per liberarle dal traffico e dalla sosta selvaggia. Un’idea presentata in occasione degli Stati Generali della Bicicletta e della Nuova Mobilità, un evento promosso da Legambiente, ANCI, Fiab e #salvaiciclisti che ha ricevuto anche l’adesione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Dal nord al sud d’Italia, i luoghi simbolo del nostro Paese sono ogni giorno deturpati da una massa informe di vetture parcheggiate o in transito – spiega Alessandra Bonfanti di Legambiente Cultura e Territorio – liberare dal traffico la bellezza delle piazze e dei monumenti storici, significa incentivare una mobilità sostenibile, una maggiore qualità urbana ed un turismo di qualità”.

É vero, nel Belpaese i luoghi storici soffocati dal traffico sono tanti, ma tutelare le piazze e i monumenti storici, interessati da importanti flussi turistici, non è un’impresa impossibile. Non è mai troppo tardi per far sì che il Colosseo, uno dei monumenti più visitati d’Italia, smetta di essere declassato a enorme spartitraffico.

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