Campi Yap-Lunaria, un modo per smettere di essere un turista e diventare un viaggiatore
di Mario Mormile
Dopo una lunga estate di progetti internazionali è tempo di tracciare bilanci in casa tra alcune delle principali associazioni non governative d’Italia. Questa settimana abbiamo seguito il “Post-Camp Event 2012” organizzato in concomitanza tra le associazioni Lunaria e YAP-Italia. L’evento, ospitato presso il Circolo ARCI Guernelli di Bologna, ha visto la partecipazione di ragazzi provenienti da tutta Italia, protagonisti di storie ricche di avventura, conoscenza e divertimento, i partecipanti hanno potuto condividere le proprie esperienze con gli altri attraverso materiale foto e video ma soprattutto attraverso i loro racconti. L’incontro è stato anche un’occasione di conoscersi l’un l’altro, molto spesso chi decide di partire per un campo di volontariato per la prima volta non sempre ha bene in mente cosa succederà o chi troverà ad aspettarlo.
Ciò che caratterizza l’esperienza è deciso da una particolare alchimia di elementi in gioco che ne determina la sua unicità. I fattori in gioco sono molti: si passa dalla comunità locale che decide come accogliere i suoi ospiti, all’associazione o ente organizzatore che imposta il lavoro, fino ad arrivare ai partecipanti veri e propri che in fin dei conti sono l’anima vera e propria di tutta l’avventura. Per molti di loro il campo rappresenta un semplice punto di partenza di un più ampio progetto di viaggio estivo che dura uno due mesi, specie per quelli che decidono di attraversare un oceano o di cambiare continente spingendosi dalle coste dell’Africa sudorientale fino all’America del Nord. Chi parte per viaggi lunghi infatti, trova nel campo il modo migliore per iniziare a socializzare con la cultura locale della sua destinazione, trovando spunti e consigli di viaggio dall’incontro con la comunità locale; un ottimo modo per evitare l’impaccio di ritrovarsi in luoghi turistici e dispendiosi.
Tali aspetti ci permettono di fare delle considerazioni in materia di turismo. Chi si spinge in queste località passando per un progetto di volontariato assume sempre più l’aspetto del viaggiatore piuttosto che del banale turista, ad alcuni i due termini potranno sembrare sinonimi ma le due parole, oggi più che mai, hanno iniziato a connotare comportamenti piuttosto diversi tra loro. Il semplice turista si spinge verso dei luoghi con maggiore superficialità all’interno di percorsi già scritti ed itinerari programmati, il viaggiatore invece, si dedica ai luoghi insoliti e alla ricerca della tradizioni, in particolar modo di trovare un dialogo con la cultura di un popolo. Partecipare ad un progetto vuol dire proprio assumere il ruolo di viaggiatore, il lavoro sul campo e le attività consentono di conoscere nuovi mondi ma anche di approfondire i punti che più si desiderano che possono essere tematiche e problematiche di natura religiosa e sociale fino agli elementi di natura politica di una nazione.
E mentre ci si scambia contatti e si mostrano foto i tempi sono già pronti per iniziare a parlare di nuovi progetti, infatti le varie associazioni, archiviato l’anno appena trascorso, stanno già lavorando alla prossima stagione di attività, all’apertura di nuovi progetti e il miglioramento di quelli in attività.