Nba, Western Conference. Spurs e Thunder sull’1 a 0, Golden State e Portland ribaltano il fattore campo
di Emanuele Granelli
La Western Conference si conferma di altissimo spessore sin dalle prime gare di playoff: gli Spurs vincono in rimonta il derby texano, Durant prende per mano i suoi Thunder contro Memphis. Golden State corsara a Los Angeles grazie ad una grande prova collettiva. Portland sbanca Houston al supplementare, grazie ai 46 punti di Aldridge.
SAN ANTONIO SPURS (#1) – DALLAS MAVERICKS (#8) 90-85 (GARA-1) (1-0)
San Antonio ottiene con immensa fatica l’1-0 nel derby texano contro i Mavs, che devono mangiarsi le mani per il vantaggio sprecato nell’ultimo quarto. A 7’45’’ dalla sirena finale il punteggio era sul 71-81 per Dallas e tutta l’inerzia a favore degli uomini di Carlisle, che, con un Devin Harris formato 2006 (19 punti e 5 assist), avevano la partita in mano. Poi l’ingranaggio si è inceppato, e di brutto. “Tutto è iniziato con paio di palle perse” ha detto coach Carlisle, a cui è seguito il parziale di 19-4 grazie al quale Parker e Duncan hanno ribaltato la situazione. In più Nowitzki ha sbagliato le ultime quattro conclusioni e la frittata è presto fatta. Agli Spurs è mancato clamorosamente l’apporto della panchina, con Mills e Belinelli mai entrati in partita. “Credo che la nostra panchina non abbia prodotto come sempre, non so se per nervosismo o per puro caso” ha spiegato a fine gara Popovich. Ma se gli Spurs riescono a venire a capo di queste partite, allora diventa veramente dura battere San Antonio quest’anno… La Statistica: San Antonio, migliore squadra in stagione nella percentuale del tiro da tre (39,7%), ha vinto gara-1 tirando 3-17 dall’arco. Belinelli (43% in stagione) e Mills (42,5%) hanno combinato un 0-5 da tre.
OKLAHOMA CITY THUNDER (#2) – MEMPHIS GRIZZLIES (#7) 100-86 (GARA-1) (1-0)
Gli Oklahoma city Thunder devono vincere due volte nella stessa partita per avere la meglio sui Grizzlies e portarsi avanti 1-0 nella serie. Nel primo tempo Durant e compagni giocano ad un ritmo insostenibile per Memphis, che diventa invece molto temibile quando utilizza tutti i 24 secondi sul cronometro. I Thunder segnano la bellezza di 21punti in contropiede e, prima della tripla sulla sirena del secondo quarto di James Johnson, toccano anche il + 25 (56-31). Nel terzo quarto, però, i ruoli si invertono: i Grizzlies trovano fiducia grazie ai punti di Zach Randolph e Tony Allen, i Thunder smettono di segnare (3-16 dal campo). Una tripla di Mike Miller, a 8’45’’ da giocare nell’ultimo periodo, riporta Memphis a un solo possesso di distanza (74-72). Ma il sorpasso non avviene: i canestri di Durant (33 punti, 8 rimbalzi e 7 assist) e le stoppate di Ibaka firmano il parziale decisivo per OKC. Il primo atto va ai ragazzi di Brooks, ma la serie è ancora molto lunga e i Grizzlies hanno dimostrato di avere le armi giuste per complicare i piani dei Thunder. La Statistica: nel primo tempo di gara-1, i Grizzlies hanno segnato un solo canestro su 21 tentativi da fuori la zona pitturata.
LOS ANGELES CLIPPERS (#3) – GOLDEN STATE WARRIORS (#6) 105-109 (GARA-1) (0-1)
Se ad Est la vittoria degli Hawks ad Atlanta rappresenta la grande sorpresa di questo inizio dei playoff, ad Ovest non era certamente atteso il successo di Golden State allo Staples Center. Senza Bogut infortunato e Iguodala fuori per gran parte della partita per problemi di falli, e per di più con un Curry da soli 14 punti, Golden State non è affondata nei momenti di difficoltà, arrivando a giocarsela punto a punto nel finale. La lotteria dei tiri liberi alla fine ha giustamente premiato i Warriors, capaci di vincere la lotta a rimbalzo contro avversari del calibro di Griffin (anche lui limitato dai falli), Jordan e Davis. Doc Rivers ha perso la partita nella metà-campo difensiva, nella quale, all’attenzione maniacale su Curry non è corrisposta altrettanta concentrazione su elementi capaci di fare male dalla distanza (Thompson) e nelle vicinanze del ferro (Lee). Infine, da sottolineare la nota dell’Nba che ha ammesso un errore arbitrale proprio nei secondi finali di gara-1: sul 105-107 per i Warriors, a 18.9 secondi dalla fine, non è stato fischiato un fallo di Dreymond Green su Chris Paul (è stata data la rimessa a Golden State): sarebbero stati i due tiri liberi del pareggio e poi chissà come sarebbe andata. Ma i Clippers devono pensare più a correggere i propri errori per pareggiare la serie e poi andare a vincere nell’infuocata Oracle Arena di Oakland. La Statistica: nonostante l’assenza del centro Bogut, Golden State ha vinto 48-42 la sfida a rimbalzo contro i Clippers.
HOUSTON ROCKETS (#4) – PORTLAND TRAIL BLAZERS (#5) 120-122 (OT) (GARA-1) (0-1)
In fase di presentazione, dicevamo che le fortune di Portland sarebbe dipese molto dalle condizioni fisiche di Aldridge. Ecco, diciamo che il ragazzo sta bene. 46 punti, 18 rimbalzi e un impatto dominante su gara-1, sulla serie, sulla Lega. E pensare che tutto stava per passare in secondo piano nel momento in cui ha deciso di spendere ingenuamente il suo sesto fallo durante l’overtime. Ma andiamo con ordine. Ci si aspettava una gara ad alto punteggio e così è stato: dopo un primo tempo equilibrato, la ripresa si apre con 10 punti consecutivi di Harden e i Rockets, fino a metà quarto periodo, mantengono un distacco a due cifre sugli avversari. A partita quasi compromessa, coach Stotts gioca la la carta “Hack-a-Howard”: Portland comincia a spendere appositamente fallo su l’ex centro dei Magic, che andrà in lunetta la bellezza di 21 volte, segnando appena 9 liberi. Non trovando più ritmo in attacco, i Rockets subiscono la rimonta di Portland, che a 29’’ dalla fine, pareggiano i conti a quota 104 con la tripla da campione di Lillard. Harden segna due liberi, ma il tap-in dell’immarcabile Aldridge, a due secondi dalla fine, trascina la gara al supplementare. All’overtime succede di tutto: Houston segna i primi sei punti, Portland ricambia con la stessa moneta. Aldridge e Howard finiscono anzitempo per falli accumulati, Lillard porta avanti i Blazers dalla lunetta e Harden sbaglia l’ultimo tiro, ben contestato da Batum. Serie bellissima, speriamo duri il più a lungo possibile. La Statistica: anche complice l’”Hack-a-Howard”, Houston ha collezionato solamente due assist tra quarto quarto e overtime.
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