Tredicesima di A: volano Juve e Milan, si salva l’Inter. Follia Roma
di Cristiano Checchi
Lo spezzatino- Mai come in questo turno di campionato ha avuto luogo la frammentazione della giornata calcistica, non c’è più la famosa domenica in cui tutti aspettavano con ansia il fischio iniziale delle partite. In questa tredicesima giornata di seria A sono ben cinque gli incontri che hanno avuto luogo tra venerdì e sabato. Sono state solo quattro le partite giocate nell’orario canonico delle 15 di domenica, per buona pace dei nostalgici, più ovviamente il posticipo delle 20 e 45. Ai già chiari e forti interessi televisivi a frammentare il campionato in questo turno ci si è messo anche l’impegno europeo dell’Udinese che ha chiesto e ottenuto di anticipare la sfida con la Roma.
Il posticipo- E’ un Milan illegale quello sceso in campo contro il Chievo nel posticipo, dopo 44 minuti il Milan era già sul 4 a 0. Thiago Silva all’ottavo, Ibrahimovic al sedicesimo, Pato al trentatreesimo e ancora Ibra, dal dischetto, all’ultimo minuto del primo tempo. Il secondo tempo è stata una formalità, poca cosa hanno potuto fare gli uomini di Di Carlo. Fondamentale sarà per il proseguo della stagione rossonoera il definitivo recupero di Pato. È festa per Ibra che ha realizzato il suo 100esimo gol in seria A, seguito subito dopo dal gol numero 101.
Tutto nei minuti finali- E’ nell’ultimo quarto d’ora, Palermo a parte, che la domenica pomeriggio ha regalato le emozioni più forti. Con un colpo di coda una brutta Inter ha centrato la sua seconda vittoria consecutiva, contro un ottimo Siena che si è visto sfuggire il pareggio per il gol dell’attaccante olandese, il primo in Italia, Castagnos. Anche Cesena-Genoa decolla alla fine e lo fa grazie a uno strepitoso ritorno di Adrian Mutu. Il romeno prima gela l’ex compagno Frey con un cucchiaio dal dischetto e poi piazza un tiro imparabile da fuori area sotto gli incroci. Il Cesena riprende così fiato lasciando il Lecce solo all’ultimo posto. Come detto i gol nel finale sono stati il leitmotiv della domenica e anche i due segnati in Cagliari-Bologna sono arrivati in conclusione. Al minuto 75 il vantaggio di Di Vaio, al 80° il pareggio su rigore di Daniele Conti. Palermo è stata l’eccezione. In casa i rosanero sono una schiacciassi, sesta vittoria al Renzo Barbera per gli uomini di Mangia, che non si fermano neanche di fronte all’ex Rossi, visibilmente commosso al momento dell’ingresso in campo. Palermo non ha dimenticato la Coppa Italia sfiorata lo scorso anno e per lui ci sono stati solo applausi. A liquidare la pratica c’hanno pensato Miccoli nel primo tempo e Ilicic nella ripresa.
Gli anticipi: si fermano le romane, bene l’Udinese e Montella- Non sono arrivati i tre punti per la Lazio, quelli che sarebbero valsi il primato. Gli uomini di Reja nonostante una buona partita hanno lasciato strada ad una Juventus ormai lanciatissimam grazie al gol di Pepe. Gli uomini di Conte, in testa da soli con 25 punti, devono recuperare ancora la sfida con il Napoli, partita che potrebbe portare la “vecchia signora” ancora più sola in vetta: mai così costante la presenza in alta classifica dal dopo Calciopoli. La Lazio ha comunque avuto più di una possibilità per non perdere, il palo di Hernanes su tutte. E’ quindi forte la candidatura dei biancoazzurri per la lotta ai primi posti, non a caso ieri Klose e compagni sono usciti tra gli applausi della curva Nord. C’è invece tanta confusione e tanta tensione in casa Roma. A testimonianza c’è l’incivile gesto compiuto Osvaldo nei minuti successivi a Udinese-Roma. L’italo-argentino ha colpito il compagno di squadra Lamela con un pugno al volo in seguito a un diverbio; si parla di una possibile sospensione del numero 9 per 10 giorni, se questa indiscrezione verrà confermata l’ex viola rischierà di saltare la sfida con la Fiorentina di domenica prossima. In campo invece non si riesce a mantenere una linea costante, ancora una volta la formazione è stata stravolta. Se con il Lecce il tridente Lamela, Bojan, Osvaldo aveva cominciato a dare qualche certezza, venerdì contro l’Udinese per far posto a Greco si è tornati alla confusione più totale: Pjanic avanzato a trequarti e Lamela spostato seconda punta. Se poi a questo si aggiunge che l’Udinese non è il Lecce ecco che per la Roma è di nuovo notte fonda.
Non è più una favola quella dell’Udinese, ma a noi piace continuare a raccontarla così. Nel calcio di oggi che una squadra gestita in questo modo, con la filosofia del bel gioco e dei conti in regola, sia li al secondo posto fa bene al calcio ed è una grande dimostrazione di quanto il lavoro serio e programmato paghi. Poì con un Di Natale così è tutto più facile, suo il gol prima del raddoppio di Isla .
Non smette più di sorprendere neanche l’Atalanta di Colantuono. Con il decimo gol del capocannoniere Denis sembrava fatto lo scherzetto al Napoli, ma al 94° Cavani ha salvato Mazzarri dalla sconfitta. L’Atalanta continua però sulla sua strepitosa strisca che la vede ancora imbattuta in casa. Dopo l’impresa in Champions League contro il Manchester City è arrivato il secondo pareggio di fila per gli azzurri: prova evidente di quanto al Napoli manchi ancora qualcosa per poter essere competitivo su due fronti
Ha ripreso a volare anche il Catania di Montella, che in uno degli anticipi di sabato ha ottenuto i tre punti sul campo di un Lecce sempre più in difficoltà. Il gol decisivo al 90° è di Barrientos che pone fino al digiuno di punti catanesi dopo due sconfitte consecutive. Non migliora invece la situazione del Lecce, dell’altro ex romanista Di Francesco, che complice la vittoria del Cesena è ora ultimo con soli 6 punti. Chi riprende fiato è invece Tesser che con il suo Novara, tante volte bello ma sfortunato, ha conquistato 3 punti contro il Parma. Con un gol di Rubino, autore di un record romantico, è infatti l’unico ad aver segnato in tutte le categorie professionistiche con la stessa squadra, e Rigoni gli azzurri hanno rimontato l’autorete di Centurioni. Per il Parma è la settima sconfitta stagionale; la squadra di Colomba resta l’unica in tutta la serie A e non aver mai pareggiato.