All’ombra del Vesuvio per lavorare sugli orti urbani come strumento per l’inclusione sociale
di Mario Mormile
Vengono da 7 Nazioni europee diverse e si sono dati appuntamento a San Giorgio a Cremano in provincia di Napoli per lavorare alle nuove possibilità che offre la tecnica degli orti urbani come metodo di inclusione sociale. Un training organizzato da YAP Italia, una ONG di cui abbiamo già parlato in precedenza, che vede coinvolti l’Informagiovani del comune partenopeo e circa 3 partecipanti per ogni nazione, esperti di progetti internazionali ed in particolar modo di temi relativi all’ambiente e allo sviluppo degli orti urbani. Il programma, di tipo intensivo, si è svolto proprio in questi giorni dal 15 al 20 novembre, obiettivo degli organizzatori era di ottenere un proficuo scambio di idee tra le varie esperienze portate dalle associazioni dei vari paesi, trovando sul terreno comune dell’inclusione sociale, alcuni elementi di sviluppo legati al tema degli orti urbani, che si sta diffondendo in modo progressivo negli ultimi tempi. Gli aspetti di un training risultano diversi rispetto ad uno scambio giovanile tradizionale, a cominciare dai partecipanti, che non hanno limiti di età e sono di solito attivisti o lavoratori all’interno di associazioni; il loro obiettivo è quello di apprendere nuove tecniche per lo sviluppo di progetti e soprattutto di avere a disposizione strumenti sempre nuovi e produttivi per lo studio delle proprie attività.
Il contesto suburbano mette maggiormente in luce quelle che sono le possibilità di interscambio che possono favorire delle attività tra le giovani generazioni potenzialmente a rischio come quelle delle grandi periferie, infatti il progetto viene anche sostenuto dall’amministrazione locale che trova proficuo investire in questa direzione. Proprio negli ultimi anni il comune ha lavorato discretamente sulla formazione dei giovani ed in particolare nei temi nel riciclo e della raccolta differenziata che in paese, a dispetto dei luoghi comuni, è in modalità porta a porta e funziona piuttosto bene. Proprio uno dei punti in programma prevede la visita al centro di educazione al riciclo di ReMiDa , un interessante progetto nato a Reggio Emilia ed esportato in vari comuni d’Italia e del mondo. Tale progetto punta alla sensibilizzazione di giovani e giovanissimi all’educazione del riuso e del riciclo attraverso un percorso educativo fatto di laboratori creativi attraverso l’uso di oggetti e materiali di scarto.
Tra i principi alla base dell’urban gardening troviamo la permacultura e l’agricoltura sinergica, la prima è una disciplina sviluppata negli anni ’70 e rappresenta un processo integrato di progettazione al fine di ottenere un ambiente sostenibile ed equilibrato, mentre nel secondo caso si tratta di una tecnica che prevede l’utilizzo di soli materiali naturali e meccanismi di auto-fertilità del suolo attraverso la collaborazione reciproca tra le varie piante.
Il tema degli orti urbani rappresenta una nuova frontiera dell’inclusione sociale oltre che dello sviluppo del territorio, costituisce un ottimo esempio l’associazione “Occhiverdi” di Pontecagnano in provincia di Salerno, oggetto di visita durante il training, qui con l’aiuto del circolo locale di Legambiente, è stato possibile rivalutare un’area che in passato serviva addirittura allo stoccaggio dei rifiuti. Il parco archeologico di Faiano presenta non solo la possibilità di riscoprire alcuni degli insediamenti più a sud della civiltà degli etruschi, ma all’interno della stessa area è possibile scoprire un vero e proprio paradiso naturale dove alcuni pensionati si dedicano alla coltivazione degli orti messi a loro disposizione, coinvolgendo i ragazzi delle scuole, inoltre attraverso il progetto “Nonnet” sono gli stessi anziani che ricevono un insegnamento nell’utilizzare le nuove tecnologie, in particolar modo internet e i computer. Il culmine di tutto il progetto è stato poi la creazione di un orto urbano all’interno dell’Informagiovani di San Giorgio a Cremano realizzato insieme ai giovani studenti delle scuole superiori, occasione per trovare un punto di incontro con le nuove generazioni e anche per coinvolgerli attivamente ed introdurli ai temi ambientali.