Giornaliste e giornalisti italiani a confronto: per le donne più difficile arrivare a posizioni apicali

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di Sabrina Ferri

Disparità di genere non soltanto in politica, ma anche nelle professioni. In particolare, secondo un’indagine comparativa sui percorsi di carriera delle giornaliste e dei giornalisti italiani, realizzato dall’Osservatorio di Pavia, le donne incontrerebbero maggiori difficoltà nell’accedere a posizioni apicali rispetto ai colleghi uomini, a dimostrazione del fatto che il famigerato “tetto di cristallo”, ossia quella barriera invisibile che impedirebbe al genere femminile di fare carriera, è stato tutt’altro che abbattuto.

Infatti, nonostante le donne siano più qualificate a livello di formazione e titoli di studio, emerge chiaramente come solo il 14% delle intervistate abbia raggiunto livelli massimi di carriera giornalistica (direttrice, caporedattrice o dirigente nel pubblico impiego), contro il 27% degli uomini, anche se sono molto più le donne impiegate nei ruoli quadro.

L’ingresso ufficiale nella professione, inoltre, sarebbe avvenuta per il 64% delle donne tra i 20 e i 30 anni, a fronte di una percentuale maschile pari al 77%.  Tuttavia sarebbero leggermente di più le donne entrate molto giovani nella professione (circa il 12% contro l’8% maschile), e molto di più quelle entrate dopo i 30 anni (24% vs 15% degli uomini).

Relativamente al tipo di contratto nel 48% dei casi le donne avrebbero iniziato a lavorare con contratti di collaborazione (occasionale, coordinata, continuativa o altro), mentre i colleghi uomini avrebbero invece cominciato per la maggior parte con praticantato o stage (46% dei casi contro il 16% dei casi femminili). 

L’ambizione personale e la voglia di realizzare i propri sogni rappresenterebbero, in via generale, l’input a ricercare lavoro nel mondo del giornalismo per le donne ma non per gli uomini, motivati più dalla voglia di affermazione sociale.

Lavoro nero, sotto-pagato o addirittura non pagato emergono, in misura analoga sia per gli uomini che per le donne, come i principali ostacoli all’ingresso e alla carriera nella professione giornalistica.

Ma a lasciare sconcertati è il fatto che molte donne, per lo più adulte e anziane, abbiano riconosciuto anche nell’appartenenza al genere femminile un grave ostacolo alla carriera, affermando direttamente o indirettamente di aver subito discriminazioni di genere.

L’indagine mostra anche come sia sempre più difficile riuscire a far conciliare vita privata e professionale e come spesso si debba ricorrere a rinunce e sacrifici. E allora spesso ci si ritrova a fare una scelta: meglio essere moglie, madre oppure meglio puntare tutto sulla carriera?

Oggi, nel 2013, continuare a sostare dinanzi a una simile domanda significa anche continuare a restare ancorati a stereotipi e inconcepibili pregiudizi culturali. Non bisogna dimenticare che un mondo civile e democratico è, anzitutto, quello improntato alla perfetta eguaglianza di genere.

Fonte: Osservatorio Pavia  

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