Serie A. Roma e Juve provano lo scatto, crollo Napoli
Serie A. Alla fine sembra essere un nuovo campionato a due. Ancora una volta Roma-Juventus, questa volta però la squadra di Rudi Garcia sembra più attrezzata per poter dare fastidio ai tre volte campioni. Bianconeri e giallorossi comandano quindi la classifica con 9 punti. La Juventus ha inflitto la prima sconfitta al Milan di Inzaghi, facendo così venir fuori i limiti di una squadra ancora in via di costruzione e che non sembra in grado di poter infastidire le altre corazzate.
Nella super sfida di sabato sera, una super sfida abbastanza noiosa a dire il vero, ci ha pensato ancora una volta Carlos Tevez, così come in Champions, così come lo scorso anno sempre a San Siro. Alla fine Inzaghi è uscito nervoso e abbastanza arrabbiato per un rigore su Menez non fischiato nel finale. Il contatto è dubbio, il classico rigore che si poteva o non poteva dare. Ma episodio a parte del bel Milan ammirato contro Lazio e Parma (ovvero il Milan versione offensivo) non se ne è visto. Dal canto suo la Juventus si mostra sempre più differente da quella di Antonio Conte, meno frenesia, più controllo e giro palla, ma ugualmente vincente. Massimiliano Allegri sta dimostrando che il disastro messo in piedi nel finire della sua esperienza milanista non era frutto di sole sue responsabilità.
La Juventus chiama e la Roma risponde in una domenica pomeriggio abbastanza tranquilla. L’Olimpico ha accolto Zeman con una sostanziale indifferenza e dopo 20 minuti di bel gioco ha lentamente aspettato il triplice fischio finale. Il Cagliari, così come faceva la Roma due anni fa, si è presentato al calcio di inizio con i soliti 8 uomini sulla linea della mediana, palesando un’aggressività che poi in campo non si è mai vista. Prima Destro e poi Florenzi hanno chiuso il conto, in una partita che è scivolata via così: tra la voglia della Roma di non stancarsi troppo (e l’infortunio di De Rossi non è una buona notizia viste già le assenza di Strootman, Astori e Iturbe) e la paura del Cagliari di fare la stessa fine dei russi (come ha candidamente ammesso proprio il boemo a fine gara). Ma Roma-Cagliari non passerà alla storia per nessuna di queste cose. Ci ha pensato Alessandro Florenzi a rendere questa partita indelebile. Il numero 24 giallorosso è diventato ufficialmente il nipote d’Italia. Gol e corsa in Tribuna dalla nonna, per la prima volta allo stadio a vedere il nipote. Momento da libro cuore che rimette l’Olimpico al centro di belle storie dopo le folli scene assistite la sera della sfida contro il Cska Mosca.
Il Napoli, invece, uscito sconfitto da una bella Udinese (1-0 grazie al gol di Danilo), sembra voler uscire ancora prima di quanto fatto l’anno scorso dalla sfida scudetto. Tanti conti non tornano in casa azzurra: sterilità offensiva (anche se Higuain nello spogliatoio è tra i più furiosi, in campo non sempre fa lo stesso), e una difesa che anche se non dà l’idea di soffrire spesso, incassa comunque sempre un gol a partita (è stato così anche in Europa League). Benitez sembra avere ancora in mano la squadra, ma la situazione è sull’orlo di una crisi che potrebbe diventare un buco nero.
Purtroppo per l’Inter non tutte le domeniche si può giocare con una squadra formato Sassuolo. Dopo i 7 gol rifilati agli emiliani, i neroazzurri hanno impattato nel posticipo alla Favorita contro il Palermo. Dopo l’avvio choc con il regalo di Vidici a Vazquez per il gol dell’1 a 0, la squadra di Mazzarri ha trovato il pareggio con Kovacic, dando poi l’impressione di far girare definitivamente l’incontro dalla propria parte. Ma alla fine il pareggio non si è più smosso, due volte per la chiamata dell’arbitro su Vidic e Icardi, e nel finale grazie a Sorrentino miracoloso su Osvaldo. Ma anche il Palermo nell’ultimo quarto d’ora ha dimostrare di essere vivo, sfiorando prima il gol con Belotti e poi con la traversa sempre di Vazquez. La squadra di Mazzarri sale così a quota 5 punti, mantenendo però l’imbattibilità stagionale.
Prosegue, invece, il periodo no del Torino. Il Verona, infatti, ha espugnato il campo dei granata che senza Immobile e Cerci ancora non ha trovato la via della rete. Partita abbastanza equilibrata che il Toro poteva anche riacciuffare nel finire. Sotto 1 a 0 per la rete realizzata da Ionita, El Kaddouri per la seconda volta in stagione si è presentato dal dischetto, fallendo (dopo il primo contro l’Inter) ancora una volta l’occasione più ghiotta. Il Torino resta così fermo a un punto, mentre il Verona conferma la partenza lanciata della scorsa stagione portandosi a quota 7 punti, terza forza dietro Roma e Juventus.
Le altre- Un gol di Kurtic, un grande gol di Kurtic per essere precisi, ha forse messo fine alla crisi di risultati della Fiorentina. Dopo una sconfitta e un pareggio scialbo la squadra guidata da Montella ha espugnato il difficilissimo campo di Bergamo. Continua ad essere un problema la condizione di Mario Gomez, che proprio non riesce a sbloccarsi. Non fa punti, invece, lontano dall’Olimpico la Lazio di Pioli. Ma è una sconfitta, quella ottenuta sul campo del Genoa (gol di Mauricio Pinilla), che non rispecchia l’andamento della partita. Perin è uscito con la palma di migliore dei suoi, e la parata sul sinistro di Lulic ha quasi del miracoloso. La Lazio resta così ferma a 3 punti, mentre il Genoa sale a 4 riprendendosi con gli interessi il punto perso nella sfida d’apertura contro il Napoli. Festival del gol e Cassano show nella sfida di Verona tra il Chievo e il Parma. Prima Izco ha dato speranze ai veneti, poi si è scatenato Cassano: euro gol dell’1-1 e gol del 3-1, in mezzo anche il primo gol in A di Coda. Il gol di Paloschi è servito soltanto ad accorciare il risultato. Tanti gol anche nell’anticipo delle 18 di sabato, quando il Cesena non è stato in grado di tenere il doppio vantaggio. Gli ospiti dell’Empoli hanno rimontato i gol di Marilungo e Defrel con Tavano dal dischetto e con Rugani in mischia. 0 a 0 invece il punteggio di Sassuolo-Sampdoria.