Formula 1, gp Stati Uniti: altro assolo di Hamilton, mondiale quasi in tasca
Prende sempre più la via inglese il mondiale 2014 di Formula 1. Quinta vittoria di fila per Lewis Hamilton (32.ma in carriera, pilota britannico più vincente di sempre, decimo successo stagionale) che batte ancora Nico Rosberg, sale a +24 in classifica sul tedesco e piazza un’altra botta al morale del compagno rivale. A due gare dal termine del campionato (tre se si considera il poco intelligente punteggio doppio dell’ultima corsa stagionale) il divario appare piuttosto ampio a favore di Hamilton.
Sul circuito di Austin in Texas la Mercedes piazza la doppietta numero 10 della stagione ed eguaglia il record della McLaren Honda del 1988, ma soprattutto Hamilton bastona nuovamente Rosberg, allunga in classifica e abbatte altre speranze del tedesco di lottare ancora per il titolo. Rosberg aveva conquistato la pole position ed era partito alla grande pure in gara, poi però l’inglese ha macinato giri record a ripetizione fino a giungere ad un sorpasso forse anche più semplice del previsto; un’immagine che probabilmente fra una ventina di giorni sarà l’emblema della stagione. Rosberg ha fatto la voce grossa e ha mostrato i muscoli nella prima parte del campionato, poi è calato alla distanza cedendo quasi di schianto al ritorno di Hamilton che ha messo in pista più cattiveria, più forza e più esperienza. Il mondiale è vicino, lo strappo americano è forse quello decisivo ed ora Hamilton deve solo gestire un vantaggio assai cospicuo.
In Texas la gara degli altri la vince Ricciardo, bravo a gestirte le gomme della sua Red Bull e ad approfittare della giornata sottotono delle Williams, entrambe sbattute giù dal podio dal fenomenale australiano. Massa una volta tanto fa meglio di Bottas, ma per la scuderia inglese è una gara deludente considerando le velocità mostrate in qualifica. Alonso chiude sesto dopo un gran premio in cui ha battagliato contro chi lo sostituirà in Ferrari (Vettel) e contro chi andrà a sostiuire in McLaren (Button); duelli vinti dallo spagnolo, apparso determinato come nei giorni migliori. Applausi li merita anche Sebastian Vettel, partito dai box dopo la sostituzione del settimo motore stagionale e la susseguente penalità (che al 99% subirà anche Alonso in Brasile la settimana prossima) ed autore di una spettacolare rimonta che lo ha portato sino al settimo posto, subito davanti a Magnussen e ad un sontuoso Vergne che con la Toro Rosso ha ancora una volta mostrato il suo valore battendo il compagno di squadra Kvyat (finito fuori dai punti) e facendo interrogare un po’ tutti sul perchè sia senza volante per la prossima stagione, dal momento che la Toro Rosso punterà su Verstappen e probabilmente su un altro esordiente, Da Costa o Sainz. In risalita la Lotus che ha portato Maldonado a conquistare il primo punto della sua travagliata stagione e Grosjean a lottare per tutta la gara con vetture più competitive della disastrosa monoposto giallonera di quest’anno. Malissimo, viceversa, le Force India: Perez ha speronato Sutil al primo giro con conseguente ingresso della Safety Car, Hulkenberg si è fermato da solo a bordo pista poche tornate più tardi. Malinconica pure la prestazione di Raikkonen, tredicesimo e in costante affanno. Un gran premio che va in archivio senza che nessuno, tifosi di Hamilton a parte, si sia spellato le mani per applaudire, ma soprattutto il fine settimana statunitense ripropone un tema caldo e spinoso: i costi e la crisi. La Marussia e la Caterham, entrambe ad un passo dal tracollo finanziario che ne impedirà l’iscrizione al prossimo campionato, non sono neanche partite per Austin, la Sauber sta appena appena meglio ma non sguazza di certo nell’oro, la Force India rischia il prossimo anno di diventare la vettura meno competitiva del gruppo. L’ipotesi di una terza macchina per Ferrari, McLaren e Red Bull si fa sempre più largo nelle ampie voragini (economiche) della Formula 1. Basterà per tamponare la crisi?
In Brasile, tra una settimana, Lewis Hamilton è pronto a preparare la festa: battere ancora Rosberg per mettere le mani sul secondo titolo mondiale della sua carriera. Il conto alla rovescia in Inghilterra può cominciare.