Serie A. La Juve fallisce il match point sulla Roma. Napoli nel mirino di Fiorentina e Lazio
E’ un campionato che proprio non vuole finire, o che meglio la Juventus forse ha già vinto senza però essere riuscita ancora a dare il colpo definitivo. Il testa coda della quarta giornata di ritorno era di quello da far girare la testa: prima contro penultima, seconda contro ultima. Sulla carta il distacco doveva restare di 7 lunghezze per merito di due vittorie scontate, invece il testacoda ha lascia l’amaro in bocca sia alla Roma sia alla Juventus. La prima si morde i polsi per un’occasione, alla luce del 2-2 nel posticipo, buttata per rosicchiare due punti, la seconda per aver di nuovo perso l’occasione di salire a 10 punti di distanza, ponendo fine a ogni timida speranza giallorossa e rendendo lo scontro del 2 marzo più o meno una formalità. Sul campo la Roma ha impattato, tra i meritati fischi dell’Olimpico, 0 a 0 contro un Parma già in B. Inutile il ritorno di Gervinho, grottesco il debutto di Doumbia. La Juventus, invece, è andata sotto sul sintetico del Manuzzi, prima di rimontare e di fallire, una volta raggiunta sul 2 a 2, l’occasione del + 10 con Vidal dal dischetto. Nota a margina: il Cesena sono anni che gioca sul sintetico e sentire ora da qualche big la lamentala per il terreno di gioco fa un po’ ridere, sopratutto se da un parta si gioca con Vidal, Marchisio, Pirlo e Pogba e dall’altra (con tutto il rispetto ovviamente) Brienza, Giorgi, De Feudis e Ze. I marcatori: Djuric e Brienza da una parta, in mezzo il tentativo di rimonta firmato Morata e Marchisio. Appuntamento e domenica prossima per capire se il campionato è ancora vivo.
Per la Roma poi doppio arakiri: non vincendo con il Parma ha perso l’occasione di allungare a +7 sul Napoli, travolto al Barbera dal Beppe Iachini show. I rosanero giocano alla grande e prima con Laazar (aiutato da Rafael) e poi con Vasquez e Rigoni (gol capolavoro per gioco corale) hanno umiliato il Napoli, inutile il gol di Gabbiadini al terzo centro consecutivo. Ringraziano Fiorentina e Lazio che si riavvicinano. La squadra di Montella trova un po’ di continuità e si impone a Reggio Emilia per la seconda vittoria di fila: 3-1, doppio Babacar e prima volta di Salah, inutile il bel gol di Berardi in chiusura. La Lazio, invece, fa quadrato e si isola dalle folle e sciagurati dichiarazioni telefoniche del proprio Presidente e Consigliere Federale, Claudio Lotito. Così, mentre il Patron pensa a potenziali(?) rovine per il sistema calcio, in un periodo in cui il calcio ha mostrato più volte il lato oscuro, che è bene ricordarlo, sono il calcioscommesse, il doping o quant’altro offenda la dignità dello sport, non quindi il Carpi in Serie A, la sua squadra è andata a prendersi 3 punti fondamentali a Udines, grazie al rigore trasformato con il cucchiaio da Antonio Candreva.
Al Verona continua, invece, a non bastare Luca Toni, autore dell’ennesima doppietta in casa del Genoa. La squadra di Gasperini, però, dopo un’iniziale problema con il solito stravolgimento di rosa ha trovata in Niang un giocatore utilissimo, insieme ai solito Bertolacci e Perotti: 5-2 per i rossoblù e assalto alla zona Europa. Non si fanno male, invece, Torino e Cagliari che impattano 1 a 1 all’Olimpico. Mentre risorge l’Inter e lo fa con l’exploit di Frediy Guarin autore di una doppietta capolavoro nel 4-1 rifilato a Bergamo (di Shaquiri e Palacio le altre reti interiste, Maxi Moralz per i bergamaschi). Non vince ancora il Milan che si fa fermare dal solito bell’Empoli a San Siro. Non è bastato il primo gol di Destro in maglia rossonera a evitare i fischi: Maccarone ha realizzato il pari e un miracolo (compreso il mani da fuori area di Lopez, punito con il rosso) ha evitato al Milan di capitolare. Non funziona la cura Eto’o in casa Samp: la squadra di Ferrero ha capitolato anche a Verona contro il Chievo, Izco e Meggiorini hanno reso vano il primo gol di Muriel, giunto nel finale. Adesso c’è curiosità nel vedere come reagirà davanti alle telecamere l’istrionico presidente Ferrero, la simpatia e lo show non sono utili a una tifoseria per capire le cause di un momento complicato.
(Cristiano Checchi)