Colazione con Tiffany, Gallé e gli altri maestri dell’Art Nouveau a Roma
di Laura Guadalupi
Nelle sale di Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini si ripercorre la stagione d’oro di quel particolare gusto di fin de siecle denominato Art Nouveau, Liberty Style o Jugendstil. La mostra Tiffany & Gallè e i maestri dell’Art Nouveau dal Museo di Arti Applicate di Budapest presenta una selezione di oltre novanta opere giunte a Roma in occasione delle iniziative per l’anno culturale Ungheria – Italia 2013.
Delle sezioni in cui si articola il percorso espositivo, la più ampia è quella dedicata agli oggetti decorativi in vetro e ceramica dei fratelli Daum, maestri vetrai di Nancy, e dei due artisti che danno il titolo alla mostra: il francese Émile Gallé e l’americano Louis Comfort Tiffany, figlio di Charles Louis, quello della celebre maison di gioielli che incantavano Audrey Hepburn nel capolavoro cinematografico Colazione da Tiffany.
Nonostante il grado di parentela, la “colazione” che viene offerta ai Musei Capitolini fino a domenica 28 aprile ha poco a che fare con le vetrine scintillanti di diamanti e monili preziosi. È, altresì, una sosta obbligata per quanti desiderano adornarsi di un genere diverso di preziosità: quella di cui si circonda chi sceglie un manufatto nobilitato dalla raffinatezza dell’Art Nouveau. Con la sua armonia di forma e colori, l’oggetto in stile Liberty sprigiona come una sorta di luce propria, un alone onirico che pervade l’intero ambiente in cui è collocato. Il vetro, poi, si presta particolarmente bene a questa eleganza naturale, riproducendo sfumature cromatiche tono su tono, contrasti, riflessi madreperlati e spruzzi d’oro su sfondi cangianti che evocano lucentezze surreali.
Chi ama i fiori, amerà senz’altro le opere esposte, dove il motivo floreale è tanto sulla superficie dipinta, quanto nella forma stessa di molti vasi e lampade, che adattano volentieri la loro struttura al soggetto della natura da cui traggono ispirazione. Linee semplici inseguono la delicatezza di petali, steli, foglie. Un calice diventa un fiore che sboccia, delle lumache passeggiano indisturbate fra i tralci di vite di un piccolo recipiente, mentre delle farfalle spiccano il volo da un piatto di gigli. Tra tulipani e narcisi, insetti e pavoni, si inseriscono oggetti di uso quotidiano come servizi da toeletta e set per spezie dai materiali pregiati, o ancora gioielli dell’oreficeria ungherese, tessuti e arazzi.
Sono visibili le impronte lasciate dalle correnti artistiche che maggiormente hanno influenzato le opere di Tiffany e Gallé, ovvero Giapponismo e Movimento estetico. Accanto ai rimandi dal gusto orientaleggiante, si incontrano anche figure della mitologia classica e ungherese. Su un vaso di Gallé è citato un verso tratto dalla Nuit di Victor Hugo: “Les arbres se parlent tout bas”, mentre nella penombra delle sale, come nell’oscurità della notte, la natura prende vita negli oggetti che la simboleggiano.