Champions League. Barcellona campione d’Europa: 3-1 sulla Juventus
Si è conclusa con la festa blaugrana la sessantesima edizione della Champions League. Il Barcellona di Luis Enrique ha portato a casa la quinta coppa della propria storia, la quarta negli ultimi 9 anni. Una finale, quella che ha messo di fronte la corazzata spagnola alla Juventus, che già sulla carta vedeva Messi e compagni favoriti e che il campo non ha fatto altro che confermare la superiorità dei neo campioni di Spagna e d’Euripa.
Ci ha provato la Juventus, ci ha provato fino i fondo, anzi FinoAllaFine come usano dire nel mondo Juve, e di questo va dato merito alla squadra di Max Allegri. La squadra non hai mai mollato, lottando su ogni pallone e su ogni contrasto, cercando di limitare al minimo gli effetti devastanti del tridente avversario. Ha però avuto il demerito di creare pochi pericoli alla porta di Ter Stegen; dopo il gol del pareggio ha sicuramente vissuto il miglior momento riuscendo a spaventare un Barcellona che probabilmente non pensava di poter essere colpito. Il gol del 2-1, nel momento di massimo sforzo juventino, ha però rovinato i piani di ribaltare un risultato rimasto in bilico, a onor del vero, per merito di uno strepitoso Buffon e per la poca lucidità sotto porta degli avanti del Barcellona.
Le squadre – Nella fantastica cornice dell’Olympiastadion di Berlino la squadra di Allegri si è presentata in campo senza nessuna sorpresa: Buffon, difesa a 4 con Evra, a sinistra Bonucci, Barzagli al posto dell’infortunato Chiellini e Lichsteiner a destra. Centrocampo con Pogba, Pirlo, Marchisio e Vidal dietro a Morata e Tevez. L’undici di Luis Enrique, altrettanto noto alla vigilia, ha visto Ter Stegen tra i pali, Dani Alvese, Pique, Mascherano e Alba nella linea difensiva, Rakitic, Busquetes, Iniesta a centrocampo, davanti il trio delle meraviglie o degli incubi: Messi, Neymar e Suarez.
La partita – La partenza è positiva per la Juventus che si dimostra subito intenzionata a pressare alta i portatori di palla avversari, ma dopo 3 minuti la doccia fredda del gol dello svantaggio scuote gli uomini di Allegri. Rakitic appoggia comodamente con il sinistro alle spalle di Buffon dopo la splendida azione impostata da Neymar sulla sinistra, il quale ha servito l’inserimento di Iniesta che ha appoggiato poi per il centrocampista croato. Con l’1-0 il timore di subire l’imbarcata, stile Italia – Spagna Euro 2012, si è fatto largo tra gli uomini bianconeri, ma così non è grazie a Gianluigi Buffon. Il numero 1 è miracoloso al 14esimo quando Dani Alves colpisce a botta sicura da dentro l’area di rigore. Il portierone azzurro è bravissimo in contro tempo a evitare il 2-0
La Juve sembra nervosa, sopratutto Vidal che nel giro di 20 interviene pericolosamente 3 volte, inevitabile almeno un cartellino giallo. La Juventus dà comunque sempre l’impressione di poter far male a una difesa che comunque qualcosa concede. Al 24esimo è Morata a girare in porta, senza impensierire Ter Stegen. Nella fase finale del primo tempo un brivido corre lungo la schiena di Buffon: al 40esimo dalla destra Suarez porta palla dentro l’area di rigore e fa partire un tiro di punta che sfiora il palo alla destra di Buffon. Pochi secondo dopo è sempre l’estremo difensore azzurro a sventare su un destro dal limite dell’uruguaiano. Il primo tempo si chiude con il Barca che ai punti meriterebbe il doppio vantaggio, ma con una Juventus comunque viva che è stata brava a non farsi schiacciare dal peso del gol subito in apertura.
Secondo tempo – Allegri sa che nella ripresa serve un’altra Juventus e così è. Prima di trovare il pareggio Buffon è costretto a siglare un altro miracolo sul destro fortissimo sul primo palo di Suarez servito da Rakitic. Poi ancora Messi va vicino al bersaglio grosso dopo un azione a 100 all’ora con tocchi tutti di prima che Neymar e Suarez, Le occasioni del Barca svegliano finalmente la Juve che al 55esimo sfrutta un rilancio sbagliato di Dani Alves e grazie a un tacco geniale di Marchisio che fa partire Lichsteiner il quale trova libero Tevez al centro dell’area. L’argentino si gira e con il sinistro incrocia, l’estremo tedesco fa quello che può ma il pallone giunge sui piedi di Alvaro Morata, che non può fare altro che riservare anche al Barca lo stresso trattamento riservato al Real. 1 a 1 e adesso è la Juventus che sembra avere più birra in corpo. Prima Tevez e poi Pogba impegnano Ter Stegen, che però non deve ancora compiere miracoli. La Juventus spinge ma al 67esimo la partita subisce la svolta definitiva verso La Rambla. Pogba cade in area sentendosi abbracciato da Dani Alves, l’arbitro Cakir lascia correre e sul proseguo dell’azione la Juve perde palla e lancia il contropiede. Messi a campo aperto nasconde il pallone a Barzagli, scarica il suo sinistro, Buffon si frappone ancora una volta, ma sulla respinta Suarez arriva a siglare il facile gol del 2-1. Le proteste juventine non servono a nulla e il Barca mette in ghiaccio la partita tornando a dominare come fatto in apertura. Il 3 a 1 sembra destinato ad arrivare. Neymar lo sigla al 72esimo, ma il suo colpo di testa nella corsa impatta sulla sua mano e diventa imparabile per Buffon.
L’arbitra di porta avverte Cakir che annulla il gol. La Juventus seppure senza la stessa cattiveria di inizio secondo tempo ci prova, dalla panchina Allegri manda nella mischia Pereyra, Llorente e nel recupero anche Coman, al posto di Vidal, Morata ed Evra. Luis Enrique risponde con Xavi al posto di Iniesta, per quella che è l’ultima partita del capitano con la maglia del Barcellona, e nel recupero con Pedro e Mathieu per Suarez e Rakitic. Il Barca continua ad andare vicino al 3 -1. La più grande occasione capita sul destro di Pique dopo il bell’assist al volo di Rakitc. Il difensore si coordina per colpire di destro davanti a Buffon ma spara alto. Quando non si chiude il match, però, ci si espone al rischio di subire la beffa. Il cuore bianconero che non ha mai smesso di battere nemmeno per un minuto ci prova fino al 90esimo, Pogba di testa quasi non sfrutta un’uscita sbagliata del portiere, e poi con il più bianconero di tutti. Claudio Marchisio ha la palla buona da circa 25 metri, fa partire il sinistro e Ter Stegen si impegna nell’intervento più difficile della serata mandando il pallone in angolo. E’ la resa bianconera che nel sesto minuto di recupero subisce il contropiede che porta Neymar a chiudere il conto. Solo davanti a Buffon il brasiliano incrocia con il sinistro e mette il marchio sulla sua splendida Champions.
Alla fine c’è soddisfazione da entrambe le parti. Nella Juventus è viva la convinzione di aver fatto una grande partita e di aver retto l’urto contro una squadra a tutti gli effetti di un’altra categoria. Il Barcellona si gode un altro triplete (unica squadra ad averne fatti due nella storia) e il nuovo giocattolo griffato Luis Enrique, forte quanto quello di Guardiola e forse con più varietà tattica. Non c’è neanche troppa voglia, in casa Juventus, di recriminare per il contatto dubbio tra Pogba e Alves. Il turco Cakir ha diretto nel complesso una buona partita. Il rigore non è così netto, e anche in casa blaugrana avrebbero a che ridire visto il mani di Lichsteiner e la tolleranza sugli interventi di Vidal a rischio espulsione nel primo tempo.
La serata si chiude con la celebrazione di Xavi che finalmente alza la Champions da capitano, con le lacrime di Pirlo, quasi sicuramente all’ultima in carriera con la maglia della Juventus, con la serenità di un Allegri consapevole di aver fatto il massimo e di essersi tolto comunque qualche macigno dalla scarpa e con i saluti di Luis Enrique ai tifosi e società della Roma, da capire se in un reale slancio di affetto o con una velata vena rivincita dietro. Conoscendo il personaggio, però, protendiamo di più per la prima ipotesi. E’ stato un altro trionfo per Messi, che ha giocato a sprazzi, costruendo il gol del 2-1. Il primo titolo per Neymar e Sureaz. La conferma di un ossatura, quella blaugrana, che ha nel DNA la capacità di vincere. Quel DNA che impedisce forse alla Juventus di imporsi all’ultimo atto, sono ben 6 le finali perse (nessuna come la Juventus), ma che la rilancerà come protagonista anche l’anno prossimo.
La Champions League che ha riscoperto l’Italia come protagonista e che ha confermato la Spagna come capitale del calcio europeo si è quindi chiusa, non resta altro che aspettare la prossima stagione per continuare a vivere il sogno della coppa più belle di tutte.
di Cristiano Checchi