La leggenda del Tour de France incorona Froome. Solo quarto Vincenzo Nibali

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froomeLa pioggia di una gelida giornata d’estate bagna Parigi e consacra Chris Froome come ciclista più forte del momento. La sua passerella sugli Champs Elisées significa vittoria al Tour de France, la seconda della carriera. Un dominio assoluto durato tre settimane, inattaccabile il ciclista britannico nel corso delle prime due e lungo le salite dei Pirenei, più sofferente e meno impetuoso nel corso degli ultimi sette giorni, quando gli attacchi di Quintana e Nibali sulle cime alpine lo hanno fatto tremare davvero. “Indossare la maglia gialla rappresenta un’emozione indescrivibile. Le ultime due tappe sono state davvero difficili, ma i miei compagni hanno fatto un lavoro fantastico e mi hanno aiutato ad ottenere questa vittoria”. Una pioggia dolce dunque per il trentenne del Team Sky che, dopo le tante polemiche incassate nel corso dei giorni chiave della Grand Boucle, si gode gli applausi dei colleghi e dei parigini che hanno affollato le strade della capitale francese per ammirare l’ultimo atto della corsa a tappe più prestigiosa del mondo.

Pioggia meno dolce, ma che assomiglia comunque ad una mezza vittoria per Nairo Quintana e Alejandro Valverde, entrambi autori di prestazioni straordinarie. Emozionanti in particolare le gesta del colombiano, in grado di far tremare Froome nelle scalate della Croix de Fer e dell’Alpe d’Huez costringendolo ad una difesa strenua e orgogliosa. Gocce di pioggia che invece per Valverde assomigliano alle lacrime versate alla conclusione della terzultima tappa, sinonimo di gioia e commozione per la grande prestazione che gli è valsa la conquista del gradino più basso del podio nella classifica generale. Pioggia che equivale ad un’emozione particolare per Vincenzo Nibali, un misto di rabbia e orgoglio, esattamente le due facce del suo Tour de France. La rabbia per i tanti problemi che lo hanno afflitto dalla seconda alla penultima tappa (una caduta e due forature) e che gli hanno impedito di competere per la vittoria finale; l’orgoglio dimostrato nel corso della scalata all’Alpe d’Huez, una vittoria ottenuta al termine di una fuga solitaria che ha esaltato la critica e i tanti appassionati francesi e che gli ha permesso di essere protagonista anche di questa boucle, rimanendo di diritto nell’Olimpo dei più grandi.

Per il quinto classificato Alberto Contador invece il freddo e la pioggia assomigliano ad una beffa. Lo spagnolo era partito con i favori del pronostico insieme a Froome e Nibali e con il sogno di portare a termine la storica “doppietta” Giro-Tour. Ma se l’ultimo ad essere riuscito in un’impresa del genere è stato Marco Pantani nel lontano 1998, vuol dire che vincere entrambe le corse nell’arco della stessa stagione nel ciclismo contemporaneo rappresenta più un’utopia che una reale possibilità. Pioggia che invece rappresenta una speranza per Ivan Basso, un modo per far scivolare via la brutta vicenda che lo ha costretto a ritirarsi dal Tour 2015 e a sottoporsi all’operazione ai testicoli. Lui però si è ripreso in fretta, è riuscito ad essere presente a Parigi per godersi insieme ai compagni di squadra i festeggiamenti dell’ultimo giorno e giura di voler continuare a vivere le emozioni che solo la bicicletta è in grado di regalargli.

Una pioggia che però non poteva prendersi l’intera copertina dell’ultima tappa del Tour. A circa 60 chilometri dal traguardo le strade di Parigi hanno cominciato ad asciugarsi e le nuvole a diradarsi un pochino. Durante la cerimonia di premiazione Chris Froome è stato illuminato da un raggio di sole solitario dello stesso colore della sua maglia, come a voler sottolineare il significato leggendario che il giallo assume durante ogni edizione del Tour de France.

Di Giovanni Fabbri

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