Empire State: a New York tutto è arte
di Eloisa De Felice
Attualmente in corso, a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, fino al 21 luglio 2013 la mostra Empire State, arte a New York oggi. Qui è possibile capire qualcosa in più della metropoli più cool del mondo moderno. Le sue multiple mentalità e identità, presentate tramite i lavori di ben 25 artisti, più o meno noti al grande pubblico, sviscerano e declinano quella che molti ritengono l’attuale caput mundi.
Da Roma conoscere e capire New York? Cosa avranno mai in comune queste due città? Il punto di partenza dell’impresa, inevitabilmente, ardita e incredibilmente difficoltosa al primo sguardo, permette di collegare due luoghi unici, estremamente diversi per cultura, arte, storia e letteratura. Così, senza volare fisicamente, ma solo mentalmente, ci si ritrova nella grande mela.
Da un lato, media ed economia, dall’altro, politica, multiculturalita’ e multilinguismo sono solo alcuni degli spunti estrapolabili dal percorso espositivo proposto. Non mancano i momenti della storia umana, oltre a temi sempre pregnanti quali il razzismo e la figura femminile. Ma è l’arte la protagonista assoluta: tutto diventa arte e/o esperienza artistica, tra oggettività e soggettività, completamente dispersa l’aura dell’opera, con buona pace di Walter Benjamin, tra accattivanti proposte assolutamente d’avanguardia.
Più o meno consapevolmente, il fruitore si ritrova a vagabondare per le sale, proprio come farebbe fra le trafficate avenue new yorkesi, restandone tra il rapito e il confuso, ma forse anche un po’ spaventato, proprio come un marinaio che non ha più la sua bussola – quella, magari, che usa ogni singolo momento per sopravvivere nella sua caotica Roma. Contemporaneamente, però, la fascinazione che deriva da tutto quel colore e quelle multiple forme lo conquista e lo appaga, proprio come un bambino che ha appena scoperto un nuovo Paese dei balocchi – anche se Roma lo sta aspettando fuori dalla porta.
Quadri e video. Lavagne e tavolini sorretti da donne di colore. Foto in bianco e nero e qualche dinosauro, tornato dal passato, spingono ad una terribile antropocentrica riflessione: l’importante non è il punto di arrivo, ma il punto di vista.
A seconda chi guarda e come guarda, ogni cosa può assumere diversi valori e soprattutto non c’è un modo giusto e uno sbagliato nel farlo, l’importante è farlo!