Puglia. In corso il processo alla mafia murgiana. A fine luglio la sentenza per sei imputati
di Vincenzo Arena
Abbiamo lungamente approfondito nei primi mesi dell’anno la vicenda di Francesco Dipalo, imprenditore altamurano vittima del racket delle estorsioni della mafia murgiana. Dipalo è testimone di giustizia, vive in località protetta, ed è uno dei teste chiave nel procedimento – che si sta svolgendo dal 22 aprile 2013 – su presunti intrecci fra politica, imprenditoria, forze dell’ordine ad Altamura.
Sempre Dipalo ha inscenato nel mese di marzo una serie di proteste clamorose salendo prima su un traliccio dell’alta tensione e poi su una gru, per richiamare l’attenzione dei media e dello Stato sulla sua drammatica condizione di vita da testimone di giustizia. Proprio a questo riguardo Dipalo aveva scritto una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che Mediapolitika ha pubblicato integralmente.
Riprendiamo le fila delle vicende processuali cui abbiamo appena accennato e sulle quali, mesi fa, vi avevamo promesso aggiornamenti. Il processo con rito abbreviato contro sei imputati chiamati a rispondere di presunti intrecci fra mafia, imprenditoria, politica ha avuto inizio il 22 aprile scorso. Come riporta AltamuraLife il pubblico ministero Desirè Degironimo “ha chiesto sei condanne al gup del Tribunale di Bari, Gianluca Anglana: 8 anni per Domenico Cicirelli, 3 anni per Vito Zaccaria, due per Vincenzo Laterza, 8 per Vincenzo Siani, 4 anni e 2 mesi per Nicola Logiudice e Massimo Carotenuto”.
Cicirielli, secondo gli inquirenti “anello di congiunzione tra gli elementi del sodalizio D’Ambrosio e l’apparato politico” (Vedi: Barisera del 4 marzo 2013), e Zaccaria, ex assessore e vicesindaco di Altamura, secondo l’accusa, sarebbero stati i mandanti dell’aggressione nel 2006 ad Alessio Dipalo, fratello di Francesco e giornalista. Alessio Dipalo “avrebbe parlato incessantemente, durante trasmissioni radiofoniche da lui condotte, di smaltimento illecito di rifiuti riferendosi ad una impresa del luogo” (Vedi: AltamuraLife). Per queste denunce sarebbe stato picchiato, secondo l’ipotesi accusatoria, da Vincenzo Laterza. Sempre AltamuraLife riporta che per Zaccaria sarebbe stata chiesta l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno nell’associazione mafiosa. Mentre il reato di associazione mafiosa sussisterebbe ancora per gli altri due imputati.
La posizione dell’avvocato Vincenzo Siani interessa da vicino il testimone Francesco Dipalo. La procura ha chiesto che Siani sconti 8 anni per la presunta estorsione ai danni proprio dell’imprenditore altamurano che già aveva raccontato ampiamente di questa vicenda in un’intervista del 18 febbraio proprio a Mediapolitika. Ricordiamo che già la Gazzetta del Mezzogiorno del 15 gennaio 2013 riportava come a Vincenzo Siani “la Dda contestava di aver agevolato la presunta organizzazione criminale che avrebbe avuto una sponda negli ambienti politico-amministrativi della città”.
Le condanne richieste per i carabinieri Nicola Logiudice e Massimo Carotenuto sono relative, infine, ai “reati di favoreggiamento personale e false dichiarazioni, per non aver segnalato che il defunto boss Bartolo Dambrosio non ottemperava all’obbligo di firma cui era sottoposto nel 2007” (Vedi: Gazzetta del Mezzogiorno del 15 gennaio 2013).
Proviamo a seguire l’evolversi del processo anche dall’account facebook di Francesco Dipalo che il 29 maggio scriveva sul suo diario: “Buongiorno. Dopo una notte insonne mi aspetta una nuova udienza del processo che si sta svolgendo a Bari nei confronti della mafia altamurana”. E il 3 giugno ribadiva: “Intrecci mafia, politica, imprenditoria deviata, esponenti forze dell’ ordine ad Altamura. Domani quinta udienza”. La sentenza, da ciò che riportava AltamuraLife il 23 aprile, era prevista per il 5 giugno, ma Dipalo – che abbiamo raggiunto per mail – ci conferma che le udienze sono ancora in corso e l’ultima sembra fissata per il 9 luglio. Il testimone di giustizia ci comunica anche che il 25 maggio avrebbe avuto inizio il procedimento in Corte d’Assise per gli altri 9 imputati – dei 15 chiamati in giudizio – che avevano optato per il rito ordinario.
Concludiamo quest’approfondimento con un recentissimo ed inquietante post facebook di Francesco, datato 16 giugno:
Intrecci mafia, politica, imprenditoria deviata, ed esponenti delle forze dell’ ordine ad Altamura. Quasi tutti gli imputati sono stati scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Ora circolano tranquillamente per le strade di Altamura. A questo bisogna aggiungere che con il nuovo decreto svuota carceri, probabilmente nessuno tornerá in carcere. Lo Stato umilia le vittime di mafia che denunciano e premia i criminali!
Cercheremo di riscontrare nelle prossime settimane la fondatezza di questa denuncia di Dipalo. Al momento rilanciamo l’ennesimo grido di dolore e di rabbia di un uomo che ha rinunciato, insieme alla sua famiglia, al suo lavoro, alla sua vita, alla sua terra per denunciare quello che sembra emergere, in alcuni “contesti” pugliesi, come un sistema aberrante di collusione fra criminalità organizzata e politica locale.